NEW YORK (WSI) – Sale la tensione sui mercati, con i trader che hanno potuto mettere le mani sull’ultimo aggiornamento del famoso grafico sui cigni neri di Societe Generale, che è stato appena pubblicato. I cigni neri sono eventi che difficilmente si verificano, ma che se dovessero manifestarsi, sarebbero portatori di caos sui mercati con effetti catastrofici su un’economia globale che fa già fatica a rialzarsi dalla crisi finanziaria.
La stabilità dell’Eurozona – o più precisamente la mancanza di essa – è nuovamente il principale fattore di rischio. Il motivo principale di questo trend è l’avvicinarsi del referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ovvero lo scenario di Brexit.
Secondo gli analisti di Societe Generale c’è il 40% di possibilità che l’incertezza politica in Europa scateni il finimondo sui mercati finanziari. È una probabilità molto alta per gli standard utilizzati per gli eventi sistemici come un cigno nero.
Dopo che i mercati e gli eurocrati hanno tirato un sospiro di sollievo quando il candidato di estrema destra ha perso per un soffio le elezioni generali in Austria, ma gli eventi choc potenziali sono tanti sul versante politico europeo. Si parte il 21 giugno, giorno in cui si esprimerà la corte costituzionale tedesca sul programma Omt di acquisto di titoli di Stato della Bce. Due giorni dopo si tiene il referendum sulla Brexit, forse l’appuntamento più atteso dell’estate.
Il 26 giugno si svolgono le elezioni anticipate in Spagna, dall’esito quanto mai incerto visto che qualche mese fa il risultato delle urne non ha consentito alle forze di politiche che hanno ottenuto la maggioranza di creare un governo. In ottobre c’è il referendum sulla riforma costituzionale in Italia e l’anno prossimo ci sono elezioni presidenziali in Francia, Olanda e Germania e forse anche da noi, se il governo Renzi dovesse cadere in autunno.
Bolla immobiliare e autorità spaesate in Cina
Al secondo posto delle preoccupazioni degli analisti della banca francese c’è la Cina, con SocGen che vede una chance del 30% che la seconda economia al mondo subisca una brusca frenata dopo anni di tassi di crescita impressionanti. C’è insomma quasi una possibilità su tre che l’atterraggio non sia morbido.
“I rischi che le autorità compiano degli errori politici in Cina sono alti. È ancora più vero dopo che una nuova bolla sembra che si stia per formare nel mercato immobiliare“, sottolinea SocGen nella ricerca.
“Le autorità sono disposte finalmente ad affrontare il problema della montagna di crediti inesigibili, per lo meno ora sono pronti a iniziare a riconoscere la presenza del problema. Faranno delle prove e compieranno degli errori, con il rischio di insuccesso che è implicito”.