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Troppo debito, Polonia confisca i fondi pensione

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NEW YORK – Confisca dei depositi bancari; confisca dell’oro; confisca delle case.

Gli stati, in quella che ha tutti i requisiti di essere una congiura con le banche e il mondo delle lobby, risolvono i loro problemi e gli eccessi degli anni passati in questo modo: confiscando i beni dei contribuenti.

L’ultimo caso riguarda la Polonia, che ha preso una decisione che sta facendo tremare i suoi cittadini; ovviamente, per non dire loro la verità, e per essere politically correct, la decisione è stata battezzata “revisione delle pensioni”.

Tale revisione implica il trasferimento allo stato – dunque la confisca – della metà dei fondi pensionistici privati (molti dei quali sono posseduti da società come Allianz, Axa, Generali, ING e Aviva).

Motivo: ripianare il debito sovrano, troppo alto. In sintesi, per capire come stanno le cose in Polonia: il governo ha troppo debito per emettere ulteriore debito; dunque nazionalizza i fondi pensione privati trasformando i loro possedimenti di bond in “asset”; i nuovi asset confiscati verranno utilizzati per abbassare il rapporto debito/pil; quando il debito/Pil scenderà al di sotto di una soglia, il governo tornerà a emettere nuovo debito sovrano.

“La riforma “decimerà il sistema di fondi pensionistici privati, creando uno spazio fiscale che assicurerà vita più facile al governo – ha commentato Peter Attard Montalto di Nomura – il governo ha una definizione strana del concetto di proprietà privata, dal momento che nega che questa sia una forma di nazionalizzazione.

“Questo è peggio delle paure dei mercati”, ha detto un gestore di uno dei fondi pensione principali, che ha chiesto di non essere identificato.