Economia

Borse snobbano tregua commerciale: consumi Usa mai così male dal 2009

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Le vendite al dettaglio hanno sorpreso tutti, evidenziando un calo inaspettato. Il risultato dello scorso dicembre è stato il peggiore da settembre 2009. I mercati hanno preso noto e i ribassisti sono tornati in breve tempo alla carica. Tanto è vero che il Dow Jones ha avviato gli scambi con cali superiori ai 200 punti. Piazza Affari cede quasi un punto percentuale.

Prima della doccia fredda macro, le Borse scambiavano in buon rialzo anche oggi dopo due sedute di guadagni notevoli. Citando persone informate sulla vicenda, l’agenzia di stampa Bloomberg scrive che il presidente Donald Trump sta prendendo in considerazione l’idea di prolungare la tregua commerciale con la Cina.

Dando tempo alla potenza economica asiatica, l’amministrazione Usa farebbe così slittare l’imposizione di nuovi dazi sui beni cinesi importati. Il primo marzo è il giorno in cui è prevista la fine della tregua commerciale concordata a fine 2018.

Tregua commerciale più lunga ma Baltic Dry resta in rosso

Le indiscrezioni stampa hanno aiutanto lo yuan stamattina sul Forex. Tra le materie prime, bene faceva anche il petrolio. Poi però alle 14:30 italiane è arrivata la notizia dei dato Usa che ha depresso il sentiment sugli asset rischiosi. La fine della tregua commerciale vorrebbe dire un raddoppio dei dazi su beni cinesi per circa $200 miliardi complessivi. Ma ora pare che Trump sia pronto a fare slittare di due mesi (60 giorni) la scadenza attuale.

L’idea è piaciuta ai mercati, anche se poi la situazione di crisi tra le prime due potenze economiche al mondo è ancora lungi dall’essere risolta una volta per tutte. E i dazi del 10% rimangono in vigore. Non è un caso che l’indice Baltic Dry sia in calo da inizio anno. La prova è la più scarsa dal 2012. È sinonimo di un contesto commerciale difficile.