Economia

Tesla: fine dei record, consegne giù del 18% nel secondo trimestre

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In attesa dei dati di bilancio, Tesla ha alzato il velo sulle consegne del secondo trimestre. E i risultati sono stati deludenti. Tra aprile e giugno, il costruttore di auto elettriche ha consegnato complessivamente 254.695 veicoli, il 18% in meno rispetto ai tre mesi precedenti, quando il numero di auto vendute aveva raggiunto quota 310.048. Si tratta di un dato inferiore alle stime degli analisti, nonché il primo risultato negativo dopo una fila di record durata quasi due anni.

Le cause sono attribuibili prevalentemente allo stop forzato della fabbrica di Shanghai dovuto alla recrudescenza dei casi di Covid-19 in Cina e alle difficoltà di approvvigionamento di alcune importanti componenti. Attualmente la situazione è cambiata e il costruttore sta aumentando i ritmi produttivi nell’impianto, ma sembra a questo punto chiaro che questa situazione finirà per pesare sui dati del secondo trimestre.

Tesla Model Y e 3: richiamati 59 mila veicoli in Germania

Ci sono poi, come ammesso dall’amministratore delegato Elon Musk, non pochi ostacoli nei suoi programmi di aumento della produzione nei nuovi impianti di Austin (Texas) e Grünheide (Germania).

Ed è proprio dall’Europa che arrivano nuove grane: l’agenzia tedesca per il traffico stradale ha dichiarato di aver richiamato i modelli Tesla Model Y e 3  causa di un difetto nel sistema automatico di chiamata di emergenza, che interessa 59.129 veicoli in tutto il mondo, senza chiarire tuttavia quanti di questi siano stati immatricolati in Germania.

Il 29 giugno scorso l’ente di controllo KBA ha reso noto sul suo sito web che un difetto del software ha causato un’interruzione del sistema eCall, progettato per contattare automaticamente i soccorritori in caso di incidente grave. I proprietari dei veicoli interessati sono stati invitati a contattare il costruttore o a recarsi presso un’officina autorizzata per la modifica del software.

Insomma, per Elon Musk questo non è decisamente un periodo positivo: oltre ai problemi interni, il magnate deve fare i conti con una congiuntura economica difficile. Qualche settimana fa ha detto di avere una “pessima sensazione” sul futuro prossimo della economia mondiale. Dichiarazioni a cui ha fatto seguito l’annuncio di un taglio degli impiegati del 10%. Proprio le incertezze sull’economia globale e altri fattori come la ripresa della pandemia, ma anche l’esposizione personale di Musk nell’acquisto di Twitter da 44 miliardi di dollari, hanno portato a un calo complessivo del valore delle azioni della gruppo del 35% da inizio anno.