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Teorie del complotto: cosa sono, quando nascono

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Di fronte a grandi eventi traumatici, sia l’11 settembre o il crollo del Ponte Morandi, esiste sempre, da qualche parte, una spiegazione “alternativa” riconducibile alla teorie del complotto. Poco importa se gli elementi che la compongono non reggono alla prova dei fatti o, più semplicemente della logica. I “fatti alternativi” proliferano con grande facilità, talvolta perché confermano i sospetti pregressi di chi li legge.

Teorie del complotto: cosa sono, quando nascono

La pandemia da Covid-19 non poteva che offrire un’occasione d’oro alle teorie del complotto. Talvolta non è facile comprenderne l’origine, ma alcuni grandi autori a volte hanno nomi e cognomi.
Ad esempio, il New York Times ha riconosciuto nell’osteopata Joseph Mercola uno dei maggiori e più influenti teorici della “truffa dei vaccini” anti-Covid. Gli articoli del dottor Mercola, nel giro di poche ore, vengono tradotti dall’inglese allo spagnolo, compaiono su decine di blog, diventano materiale per le campagne anti-vaccinali. Per Mercola e altri professionisti della disinformazione, essere letti sta alla base di un vero e proprio modello di business.

Ma la creazione delle teorie del complotto risale a molti anni prima di Internet. Alcune fra le più seguite teorie del complotto del Novecento in alcuni casi continuano a proliferare. Solo per citarne alcune: la teoria negazionista dell’Olocausto, il “finto” allunaggio del 1969, la presunta creazione a tavolino del virus dell’Hiv per eliminare omossessuali, neri e ispanici.

Il cospirazionismo, utilizzato in questo caso a fini politici, risale almeno agli anni del Terrore seguiti alla Rivoluzione Francese, sostiene Focus. Il sangue che scorreva dalle ghigliottine permetteva il mantenimento della direzione e degli ideali rivoluzionari, si diceva allora.

Fra i “nemici del popolo” le vittime non sarebbero meno di 17mila. La teoria del complotto si rendeva necessaria per alimentare una narrativa condivisa che potesse giustificare la catena di esecuzioni. A costare la vita a migliaia di francesi, nell’ultima parte del XVIII secolo, era la presunta partecipazione a un complotto aristocratico, nemico della rivoluzione popolare che aveva spazzato via “l’antico regime”.

Ma anche “l’incorruttibile” Maximilien de Robespierre fu condannato alla ghigliottina con la medesima accusa, dopo essere stato per anni alla testa del movimento rivoluzionario.