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Tensioni con l’Ue spingono Russia a guardare sempre più a Est

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NEW YORK (WSI) – La tensioni geopolitiche tra Unione Europea e Russia, scaturite dalla guerra in Ucraina, spingono Mosca a cercare nuovi partner sempre più a Est. è quanto emerso durante il Seminario eurasiatico, organizzato da Conoscere Eurasia e dal Forum Economico internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e lo Studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners.

“È evidente che le tensioni geopolitiche con la Russia stanno spostando il baricentro economico mondiale lontano dall’Europa. L’Unione Economica Eurasiatica tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kyrgyzstan sta stringendo accordi importanti a Est – in primis con Cina India e Vietnam – ma anche con il Medio Oriente e con i Paesi del Mercosur. Si tratta di nuovo baricentro che rischia di mettere all’angolo l’Ue nei propri rapporti commerciali con importanti mercati emergenti”, ha detto il il presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico.

Per Francesco Gianni, Senior partner dello Studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners: “Da più parti, anche in ambito politico, si afferma che è ormai tempo che il regime sanzionatorio nei confronti della Russia venga ripensato. Per quanto ci riguarda confidiamo che ciò avvenga nel più breve tempo possibile, soprattutto per evitare che il sistema Italia e quello europeo siano ulteriormente danneggiati”.

Secondo recenti studi di Intesa Sanpaolo, che hanno elaborato i dati Istat, l’interscambio commerciale tra il nostro Paese e l’Unione Economica Eurasiatica a 4 si è fermato nel 2014 a circa 30 miliardi di euro, in flessione del 18% rispetto al 2013. E l’inizio del 2015 (primo bimestre), ritrae un ulteriore deterioramento degli scambi commerciali, con le importazioni a -30% e le nostre esportazioni calate di oltre il 31%.

L’Italia è il secondo fornitore europeo dopo la Germania, grazie alle esportazioni di macchinari e apparecchi elettrici ed elettronici (40%), di prodotti del tessile e dell’abbigliamento (20%), di prodotti agricoli e alimentari (6,2%). Inoltre l’area eurasiatica, che conta circa 170mln di abitanti, acquista il 4,6% del comparto ‘moda’ esportato dall’Italia, il 4,5% dei macchinari meccanici e il 4% di manufatti (mobili, prodotti per l’arredamento, gioielleria).

Tra i nomi più noti presenti in Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kyrgyzstan; da Alenia a Eni, da Pirelli a Enel, da Agip ad Ansaldo Energia a Italcementi, da Parmalat e De Cecco a Cremonini e Perfetti, da Calzedonia a Fendi a Ferragamo, Prada, Valentino e Benetton.

(MT)