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Telegram si arrende alla Sec e abbandona la sua criptovaluta

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La società di messaggistica istantanea Telegram ha deciso di ritirare il suo appello contro la decisione della Securities and Exchange Commission americana, che lo scorso 12 maggio aveva segnato, di fatto, la fine del progetto per la creazione di una nuova criptovaluta. A inizio 2018 la compagnia aveva raccolto 1,7 miliardi di dollari per lo sviluppo del suo il Telegram Open Network (Ton), attraverso una initial coin offering (riservata agli investitori istituzionali).

Il Ton sarebbe diventato una piattaforma basata sulla tecnologia blockchain che avrebbe garantito uno scambio di moneta elettronica in tempi rapidissimi. Se Ton era già al capolinea, dunque, ora la società ha deciso di rinunciare alla battaglia legale con la Sec. 

“Abbiamo preso la difficile decisione di non procedere con Ton”, aveva già annunciato lo scorso 12 maggio il ceo di Telegram, Pavel Durov, “purtroppo, il giudice americano ha ragione su una cosa: noi, persone al di fuori degli Stati Uniti, possiamo votare per i nostri presidenti ed eleggere i nostri parlamenti, ma siamo ancora dipendenti dagli Stati Uniti quando si tratta di finanza e tecnologia”.

Fra i 200 investitori che avevano creduto in Ton figurava anche il miliardario russo Roman Abramovich e vari fondi di venture capital come Benchmark Capital, Sequoia Capital e Lightspeed Venture Partners.

Lo scorso 12 maggio la Sec si era pronunciata contro il progetto contestando le modalità di finanziamento: “Telegram cerca di ottenere i vantaggi di un’offerta pubblica senza rispettare le responsabilità di divulgazione stabilite da tempo per proteggere il pubblico degli investimenti“, aveva sentenziato l’autorità garante del mercato americana. Telegram aveva già perso un primo appello lo scorso marzo, relativamente alla decisione della Sec che, in prima battuta, aveva bloccato il lancio della piattaforma previsto per l’ottobre 2019.

Cosa succederà ora agli investimenti raccolti dalla società? Telegram ha fatto sapere che gli investitori statunitensi potranno avere indietro i loro fondi in due possibili modalità. La prima: recuperare immediatamente il 72% della somma investita. La seconda, aspettare fino all’aprile 2021 per incassare il 110% rispetto a quanto inizialmente versato.

Per sviluppare Ton, Telegram avrebbe speso 405 milioni degli 1,7 miliardi raccolti a inizio 2018. Secondo quanto risulta a CoinDesk una quota consistente degli investitori, non contenti delle modalità di rimborso proposte dalla società, starebbero valutando un’azione legale collettiva ai danni di Telegram.