Economia

Tassi: mini stangata sui nuovi mutui

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Dopo la stagione dei ribassi tornano a salire i tassi sui nuovi mutui. A luglio era stata dapprima Intesa Sanpaolo a ritoccare al rialzo i tassi sui nuovi prestiti e a ruota sono seguite tante altre banche tra cui da domani anche Unicredit aumenterà il costo dei futuri mutui a tasso fisso tra i 10 e i 30 punti base e di 20 sul variabile. Ma perché questo rialzo?  Lo spiega alla stampa Stefano Rossini, l’amministratore delegato di MutuiSupermarket.it.

Dall’estate scorsa ad oggi lo spread è aumentato di 20-30 punti base per i mutui a tasso fisso e di 15-20 punti base per i mutui a tasso variabile. Dopo un periodo prolungato di immobilismo in cui lo spread sui fissi ha toccato il minimo storico intorno a quota ‘zero’ a partire da luglio, ma soprattutto da settembre, ogni mese abbiamo assistito a movimenti importanti dei tassi sui nuovi mutui effettuati da diverse banche come Intesa San Paolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena”.

I fattori che spingono al rialzo son tanti e vertono intorno a un unico punto: il tendenziale “aumento del costo dell’approvvigionamento di liquidità“. Le banche infatti starebbero aumentando il costo dei prestiti a imprese e famiglie per compensare un maggior costo della raccolta del denaro all’ingrosso dovuto alle recenti tensioni sui mercati. A ciò si aggiunge che dalla scorsa estate i tassi Irs sono saliti di 10-15 punti base e dal 2019 la Bce chiuderà i rubinetti del quantitative easing, ovvero non comprerà più nuovi BTp sul mercato secondario, e questo potrebbe indebolirebbe ulteriormente i valori in patrimonio.

Il problema però, è bene sottolinearlo, è per i nuovi mutui mentre per quelli già in essere i tassi fissi rimarranno così come sono mentre i variabili  essendo ancorati agli indici Euribor, non si sono mosso negli ultimi mesi.