Economia

Tassi ai minimi: banca pagherà interessi mutui?

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ROMA (WSI) – Sta già avvenendo in Danimarca e presto la situazione paradossale potrebbe essere comune anche nel resto d’Europa. È l’effetto distorsivo dei tassi bassi o negativi: permette a un danese che sta pagando un mutuo a tasso variabile di ricevere dalla banca un accredito di interessi, anziché versarli. Dopo che l’Euribor a 1 e 3 mesi – il tasso agganciato ai mutui – è sceso sotto zero, in Italia e negli altri stati d’Eurozona il consiglio è quello di accendere un mutuo a tasso fisso, ma le prospettive di un ulteriore potenziamento del bazooka della Bce e di un’ulteriore diminuzione dei tassi di riferimento non sono da escludere.

Come non è da escludere che anziché quello danese in Italia si ripeta il caso svizzero, dove per non dover fare rinunce in termini di redditività le banche non hanno scaricato sugli acquirenti di case con un mutuo i vantaggi dei tassi negativi o zero, anzi. Secondo le ultime analisti sul settore dei prestiti immobiliari, le condizioni di tassi di riferimento, la costante diminuzione del valore degli immobili e il miglioramento generale sulle prospettive della ripresa economica stanno continuando a favorire la ripresa dell’erogazione dei mutui in Italia.

L’ultima edizione della Bussola-mutui, l’analisi trimestrale condotta da Crif e MutuiSupermarket.it di cui Wall Street Italia ha già trattato, ha evidenziato come nel primo trimestre dell’anno la crescita nella domanda di mutui sia stata pari al +31% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Merito innanzitutto degli effetti della politica monetaria della Bce, che ha spinto gli indici di riferimento Euribor e Irs ai loro valori minimi storici (con un Irs a 20 anni di poco superiore all’1% e un Euribor tre mesi in territorio negativo a -0,25%); cui vanno aggiunti gli effetti delle politiche commerciali sempre più aggressive da parte dei principali istituti di credito.

Ma è possibile che la banca sottragga veramente allo spread fissato nel prospetto del mutuo, il valore negativo dell’Euribor? Secondo Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it, alcuni istituti non se l’aspettavano ed è difficile dire cosa faranno, ma sembra improbabile che rispettino alla lettera le regole e impongano un tasso finale inferiore allo spread previsto da contratto.

“Una opzione potrebbe essere quella di stabilire che il tasso non potrà scendere sotto il valore dello spread, ma si tratta di ipotesi che potremo verificare con i prossimi aggiornamenti dei contratti di mutuo o dai fogli informativi delle banche”. Sui mutui già contratti, tuttavia, questo escamotage non funzionerebbe. Le banche, insomma, si sono fatte trovare impreparate e per una volta questo va a favore e non a discapito del cliente.

 Prezzi e tassi in discesa, mutui in ripresa

Di particolare interesse anche la composizione dei mutui erogati che vede crescere la quota per i finanziamenti finalizzati all’acquisto di prima e seconda casa sul totale delle erogazioni sul canale online: nel primo trimestre essa si è attestata al 35%, contro il 27% del terzo trimestre 2015.

“Tale aumento è da porsi anche in relazione alla progressiva riduzione del bacino di potenziali mutuatari interessati a surrogare il proprio mutui” precisa lo studio, “dopo trimestri in cui già molte famiglie hanno optato per il trasloco del proprio finanziamento”.

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Converge a favore della ritorno al mutuo per l’acquisto della casa anche la dinamica dei prezzi degli immobili residenziali, in riduzione nel primo trimestre dell’anno di un ulteriore 3,6% tendenziale, che segue la contrazione complessiva del 2,4% registrata nell’intero 2015. Dati confortati da quanto risulta all’Agenzia delle Entrate, che ha calcolato una ripresa del numero delle compravendite residenziali pari al 9,4% nell’ultimo trimestre dell’anno scorso.

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“Dopo un 2015 di fortissima crescita dei nuovi flussi di mutui erogati – +71% in base ai dati Banca d’Italia – stiamo attraversando un nuovo anno di consolidamento della ripresa”, dichiara Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it, “con tassi di sviluppo positivi ma sicuramente molto più contenuti e decrescenti rispetto a quelli osservati nel corso dell’ultimo anno”.

Detto questo, non bisogna dimenticare l’esempio svizzero e il fatto che le banche siano disposte a fare di tutto pur di compensare la perdita di redditività e di margini di profitto causata dalla politica monetaria ultra accomodante. Gli italiani dovranno prestare attenzione a quale sarà la tendenza dei tassi nel resto del 2016. Gli ultimi dati a disposizione di Bankitalia mostrano che a gennaio di quest’anno il tasso sui mutui è leggermente aumentato – di quattro punti dal 2,81 al 2,85 di dicembre – anziché scendere.

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