Economia

Superbonus, arriva la proroga. Il nodo dei crediti incagliati

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Il superbonus è stato prorogato fino al 30 settembre 2023.

Questo è, in estrema sintesi, quanto è emerso dalla Commissione Finanze della Camera, dove è stato dato il via libera, almeno per le villette che abbiano concluso almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, alla possibilità di beneficiare del superbonus al 110% fino al 30 settembre di quest’anno.

Le novità sul Superbonus

In estrema sintesi è stato approvato l’emendamento nella riformulazione che è stata proposta a voce da Federico Freni, sottosegretario all’Economia, che ha proposto la modifica del termine finale per poter usufruire della misura, estendendolo dal 30 giugno al 30 settembre 2023.

La discussione sugli emendamenti relativi al Superbonus è slittata alle ore 19 della giornata di ieri, lunedì 27 marzo 2023, quando è stata convocata la Commissione Finanze della Camera, il cui compito doveva essere quello di riprendere le votazioni e concludere definitivamente l’esame del Decreto Legge 11/2023, anche conosciuto come Decreto Superbonus.

Per dare la possibilità a maggioranza e governo di trovare le ultime intese, il testo arriverà in aula con qualche giorno di ritardo rispetto a quello che doveva essere il calendario originario: l’approdo è in programma per la giornata di mercoledì 29 marzo 2023.

Una delle novità più importanti previste è legata ai tempi più lunghi per le detrazioni: fino a vent’anni. Questo è stato l’annuncio ufficiale effettuato da Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia.

Superbonus, il nodo dei crediti incagliati

Sicuramente uno dei nodi più importanti da sciogliere, intorno al superbonus, è quello legato ai crediti incagliati. La soluzione prospettata, per risolvere il problema, è la creazione di un veicolo finanziario, che sia in grado di acquistare e rivendere i crediti incagliati, in modo da ridare liquidità al sistema e sbloccare l’impasse, che da alcuni mesi sta letteralmente tenendo in scacco cittadini ed imprese. I crediti del superbonus incagliati, in questo momento, risultano essere 19 miliardi di euro: una vera e propria montagna, difficile da smaltire.

Questo veicolo finanziario potrebbe vedere impegnate anche le grandi società pubbliche, tra le quali potrebbe esserci in testa Enel X, che si sono offerte di dare una mano al governo. Nel frattempo, attraverso un certosino lavoro di moral suasion su istituzioni e banche, l’esecutivo ha incassato la promessa che l’acquisto dei crediti del superbonus e degli altri bonus edilizi ripartano. Questo doppio canale si è concretizzato attraverso alcune novità che sono state introdotte all’interno del Decreto superbonus, che è arrivato alle battute finali proprio in commissione alla Camera ed adesso è atteso in Aula per mercoledì.

Giancarlo Giorgetti, inoltre, ha affermato di essere disponibile a concedere dei tempi più lunghi, spiegando di essere favorevole al sistema delle detrazioni: cinque, dieci o anche vent’anni. Secondo Giorgetti, non deve passare assolutamente il principio che si debbano utilizzare per forza le cessioni del credito, che è un sistema che ha fallito e ha mandato in tilt.

Il Superbonus e gli altri bonus edilizi – ha ricordato il ministro – sono costati alla finanza pubblica ad oggi 117 miliardi. È importante sostenere l’edilizia e continuare a farlo, ma nel quadro di una finanza pubblica sostenibile.

Lo smaltimento dell’arretrato

Al centro delle discussioni vi sono stati anche gli arretrati, per i quali è in arrivo una piattaforma per smaltirli.

Giancarlo Giorgetti ha spiegato che “abbiamo sensibilizzato le istituzioni e le banche. Le banche e le Poste hanno annunciato che ricominceranno, in un quadro di maggiori certezze che abbiamo dato sotto il profilo giuridico, ad acquistare questi crediti. È in corso l’elaborazione di un sistema, una specie di piattaforma, che dovrebbe in qualche modo permettere di smaltire tutto l’arretrato”.

È stato completamente escluso, invece, il ricorso al Modello F24, un capitolo che il governo ha chiuso definitivamente. Il sottosegretario Federico Freni ritiene che il loro utilizzo genererebbe sostanziali e rilevantissimi problemi di cassa. È possibile, invece, che si intenda far qualcosa sul fronte dei Btp.