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Stamina: contro i retrogradi, dovremmo tutti sostenere la onlus Voa Voa

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ROMA (WSI) – “Mi auguro che i risultati dei test, che saranno condotti su materiale cellulare lavorato con il protocollo di Stamina, rivelino scientificamente la bontà del metodo, dandogli finalmente parte di quelle garanzie che moltissimi malati in tutt’Italia aspettano”. E’ quanto scrive il ‘filantropo’ che ha finanziato i test sul metodo Stamina che dovrebbero iniziare a metà gennaio all’università di Miami.

Si tratta di Andrea Piazzolla, che fa parte del comitato promotore della Fondazione ‘Voa Voa’, la onlus creata per la piccola Sofia, bimba malata ‘simbolo’ della vicenda Stamina.

Proprio al ricercatore che guiderà i test, Camillo Ricordi, Piazzolla rivolge una lettera pubblicata sul sito dell’associazione: “Gentile dottor Ricordi – scrive – mi considero una persona curiosa, caratteristica che mi ha sempre spinto a scagliare il mio interesse sulle cose oltre gli steccati della consuetudine e delle presunte certezze che appiattiscono le idee. Con questo atteggiamento mi sono avvicinato, come molti sanno, alle controverse vicende intorno alle cure compassionevoli a base di cellule staminali adulte somministrate a Brescia”.

“All’inizio rimasi catturato dalla storia di Sofia, la bimba diventata suo malgrado simbolo dell’assurda lotta per l’accesso alle terapie secondo il metodo Stamina. Dopo aver conosciuto i suoi genitori, Caterina e Guido, ho potuto capire l’importanza della partita – afferma – che si gioca sulla pelle di tanti, troppi bimbi innocenti e ho voluto approfondire l’argomento sulle cure staminali, confrontandomi con diversi specialisti mondiali spinto anche dalla necessità di curare una patologia alle ossa che mi provoca molti disagi, comunque mai lontanamente paragonabili a quelle neurodegenerative rare”.

[ARTICLEIMAGE] “E’ indispensabile, visti gli incredibili e assurdi sviluppi intorno alla vicenda – prosegue Piazzolla – fare un po di chiarezza. All’ondata anomala di fango per portata e violenza, infranta su Stamina e su tutti i protagonisti ad essa connessa, oltre che, per riflesso, su tanti genitori considerati pazzi visionari, bisogna opporre tutta la chiarezza possibile, cosa che ad oggi è possibile solo attraverso una risposta scientifica”.

“Quando ho appreso da Guido della sua proposta di condurre un test sulle cellule di Stamina presso il prestigioso istituto di ricerca sui diabete di Miami – conclude – mi sono rallegrato per l’iniziativa e mi sono fatto convincere della sua indiscutibile urgenza e importanza. Mi auguro, con il mio contributo, anche se marginale, rispetto a chi tutti i giorni combatte in trincea esposto al fuoco infamante di media ed istituzioni schierate, di aver potuto in qualche modo contribuire alla ricerca di un’unica scientificamente inconfutabile verità”.

Ricordi risponde sullo stesso sito: “Grazie per il supporto ai test di caratterizzazione cellulare dei prodotti Stamina a Miami e a VoaVoa onlus – scrive – per la mediazione. Spero che questo sforzo multidisciplinare aiuti a far chiarezza almeno sul punto di partenza di questi presunti trattamenti: la composizione cellulare e la loro sicurezza biologica. Le prove verranno effettuate da esperti di caratterizzazione cellulare, inclusi esperti di neurobiologia/neurofisiologia.

Spero che questa caratterizzazione iniziale che potrà confermare o meno, e magari espandere i test già effettuati in Italia su tali prodotti cellulari, possa essere di assistenza come primo passo verso una verifica scientifica rigorosa del presunto metodo. Lo dobbiamo ai pazienti con malattie oggi incurabili, alle loro famiglie e alla comunità scientifica, sempre più confusi da questa saga, mentre sarebbe stato più semplice verificare scientificamente e porre fine un dibattito tanto polarizzante quanto inutile, dove si grida truffatori e ciarlatani da una parte e assassini dall’altra”. (ADNKRONOS)

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Firenze, 26 giugno 2013 – Nasce a Firenze il Comitato Promotore della Fondazione ‘Voa Voa’, dal titolo del libro che Caterina Ceccuti ha scritto e dedicato alla sua bimba, Sofia, 3 anni e mezzo, divenuta il simbolo della battaglia per l’accesso alle cure compassionevoli da parte di persone affette da malattie.