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SocGen: cittadini si ribelleranno contro le banche centrali

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Prima o poi i cittadini si ribelleranno contro le azioni delle banche centrali, sfogando la loro rabbia per le ingiustizie subite negli ultimi anni, rabbia inespressa che prima si era rivolta alle autorità politiche del mondo occidentale. L’avvertimento arriva dal guru dei mercati di Societe Generale, Albert Edwards, un noto ribassista alla Nouriel Roubini.

Fin dal titolo del suo ultimo report mette in chiaro le cose: “Furto rivisitato: i cittadini sfogheranno presto la rabbia contro i banchieri centrali“. La tesi principale espressa è che “mentre la politica in occidente deve fare i conti con un decennio di crisi e stagnazione economica, i prezzi degli asset finanziari continuano a salire di prezzo, spinti dal denaro iniettato con le misure di quantitative easing.

In un era di “incertezza estrema”, si chiede retoricamente lo strategist, quanto tempo ci vorrà ancora prima che i cittadini arrabbiati si stancheranno di incolpare un sistema politico in realtà impotente per i loro problemi e se la prenderanno invece con i principali capri espiatori, colpevoli della loro condizione di povertà: i banchieri centrali che non sono stati eletti e che sono virtualmente intoccabili?”.

“L’indipendenza delle banche centrali verrà messa in discussione, come dovrebbe essere, e sarà la prossima vittima delle attuali turbolenze politiche” nel mondo occidentale, secondo l’analista, che dà l’impressione di essere sempre più frustrato per via di un mercato finanziario su livelli di prezzo eccessivi, sempre più distaccati dalla realtà economica.

La situazione attuale delle Borse e dei Bond non ha senso, secondo Edwards. “La prova dell’impatto che la pazzia monetaria ha sui prezzi dei titoli finanziari e degli asset in generale la sia dovunque. Basta guardare. Un parcheggio a Hong Kong è stato venduto alla cifra record di $5,18 milioni di dollari locali (664.200 dollari Usa)”.

Edwards cita anche il bond secolare argentino che è stato collocato interamente e ha ricevuto richieste pari a ben 3,5 volte l’offerta. “Certo, tutti hanno diritto a rivolgersi ai mercati anche il ‘defaulter’ più seriale della storia. Ma quello che mi preoccupa di più di questa storia è il fatto che è stata la domanda da parte degli investitori a rendere possibile l’emissione!”

“Sono solo io o posso sentire la eco delle logiche che hanno portato alla crisi dei derivati CDO” (Collateralized Debt Obligation, ossia strumenti dei debito tutelati da un sottostante, una obbligazione o un mutuo)? Ma a nessuno questo sembra importare dal momento che la festa è ancora in corso e gli investitori, ubriachi di tutto il liquore venduto dalle banche centrali, sono accecati e non riescono a scorgere la catastrofe inevitabile che si manifesterà loro davanti più avanti”.

Edwards sente che nelle strade c’è tanta rabbia, come dimostrano anche le ultime elezioni. “Persino in Francia dove gli investitori sono sollevati per il fatto che a salire al potere (assoluto?) sia stato un candidato “moderato”, è salutare ricordare che i due partiti storici dell’establishment sono stati decimati da un uomo che non si era mai candidato prima per un posto in politica”.

Il riferimento è chiaramente al neo presidente Emmanuel Macron, che è stato ministro dell’Economia ma che prima delle elezioni presidenziali e legislative di questa primavera non si era mai dovuto sottoporre al voto popolare. “Questo è un risultato forse persino più radicale della vittoria del candidato anti-establishment Donald Trump” in Usa che è avvenuta sotto l’ombrello dei Repubblicani.

La situazione politica globale è “incredibilmente fluida e imprevedibile”, secondo Edwards. “Un elettorato furioso ha sfogato la propria rabbia contro i partiti politici ma le mire delle loro ire sono mal centrate. Sono le banche centrali guidate da presidenti che “non sono stati eletti e che sono virtualmente intoccabili” che sono da ritenere i responsabili principali della povertà dei lavoratori e di chi finirà per pagare i costi della prossima crisi”.