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Semaforo verde per Uber, diventa legale anche a Londra

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NEW YORK (WSI) – Poche settimane fa migliaia di tassisti hanno inscenato proteste per le strade di Londra, Parigi, e anche in diverse città italiane contro il servizio di “ride-sharing” Uber.

In particolare si tratta di una App che permette di trovare auto private e passaggi nell’area in cui uno si trova. Il servizio mette infatti in collegamento diretto passeggeri e autisti.

Gran parte della loro ira era diretta contro le amministrazioni locali, racconta Slate, colpevoli di non avere imposto norme severe per la regolamentazione di Uber.

Ad esempio, il servizio non fa uso del contatore tradizionale (installato nel veicolo), bensì applica a priori determinate tariffe senza essere regolata di conseguenza.

Giovedì scorso però l’app in questione, i cui servizi sono generalmente molto più economici rispetto ai taxi, ha messo appunto un’importante vittoria a Londra, nella sua lotta per ottenere un punto d’appoggio nel mercato europeo.
Transport for London (TFL), gruppo che regola il trasporto della città, ha infatti dichiarato che Uber può operare legalmente, citando la logica secondo cui non può essere classificata come un tassametro.

“Gli smartphone che trasmettono informazioni sulla posizione tra i veicoli e gli operatori non hanno alcun collegamento operativo o fisico con i veicoli”, hanno dichiarato dalla TfL, e i telefoni, hanno aggiunto, “non sono tassametri ai sensi della legislazione”.

Per ora TfL ha quindi scelto di schierarsi dalla parte di Uber, lasciando però l’ultima parola sulla questione ai tribunali britannici. Aspettando tale decisione, in attesa fino a quando non si determinerà un procedimento penale presentato contro Uber dalla Taxi Drivers Association Autorizzati, sembra che Uber abbia una luce verde per operare per le strade di Londra.