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Schaeuble difende mega surplus Germania: inattaccabile

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Il ministro tedesco delle Finanze è tornato a difendere l’enorme avanzo della bilancia dei pagamenti locomotiva economica europea, sottolineando di non aver ancora ricevuto argomenti convincenti contro il surplus da record della Germania. Con tale presa di posizione, Wolfgang Schaeuble respinge così al mittente le accuse degli Stati Uniti che vorrebbero una soluzione bilaterale per il surplus tedesco.

Schaeuble ha mandato un avvertimento al governo Usa, quando ha dichiarato che il surplus del suo paese viene ottenuto senza ricorrere a manipolazione dei tassi di cambio, un’accusa che un membro di spicco del team dell’amministrazione Trump aveva rivolto alla Germania.

Schaeuble si è anche espresso in merito ai negoziati sulla Brexit, facendo sapere a Londra che l’Ue manterrà il pugno duro. L’idea secondo il falco del governo Merkel, è infatti quella di mandare un segnale chiaro: chi sta all’esterno del blocco e del mercato unico non ci guadagna rispetto a chi invece è incluso. “Le trattative sulla Brexit devono mostrare che stare dentro porta più benefici”.

Germania scontenta di dichiarazione su unità Ue

La Germania intanto ha mostrato tutta la sua frustrazione per la dichiarazione che è stata preparata dall’Unione Europea in occasione delle celebrazioni del 60esimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. Il ministero tedesco degli Esteri ha fatto sapere che il messaggio di unità in Europa deve essere ribadito con maggiore forza e chiarezza.

“Non sono per niente soddisfatto dello stato attuale dei preparativi” della dichiarazione di Roma, ha affermato oggi a Bruxelles Michael Roth, sottosegretario agli Esteri tedesco. I leader europei il 25 marzo devono mettere in chiaro che l’Ue è più di un mercato comune e ribadire le alte ambizioni europee in termini di visione democratica e stato di diritto, ha argomentato Roth, evidenziando che “troppi giovani oggi rischiano di finire preda di nazionalismi e populismo”.

Roth ha incontrato i suoi omologhi oggi nella capitale europea proprio per discutere i preparativi della dichiarazione di Roma e ha sottolineato che i suoi punti di visti sono “condivisi dall’intero governo tedesco”. Le nuove generazioni devono essere i destinatari di un messaggio chiaro: “che noi ci battiamo per la crescita e il lavoro. Dobbiamo realizzare molto di più rispetto a quanto fatto finora”.

A muovere le prime critiche era stato la settimana scorsa il premier slovacco Robert Fico, definendo i preparativi per Roma “patetici”. Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker la ha proposto cinque opzioni da mettere sul tavolo a Roma, dal non fare nulla a restituire alcuni poteri agli Stati membri, a lanciare un progetto di Europa “a due velocità”.

Quest’ultima opzione è stata sottoscritta, pur con diverse sfumature, al vertice quadrilaterale di ieri a Versailles, a cui hanno partecipato Francia, Germania, Spagna e per l’Italia il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ma trova molti Paesi membri contrari, soprattutto quelli del Centro-est europeo.