Economia

Russia: pagamento in rubli, mossa diplomatica di difficile attuazione

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La decisione della Russia di richiedere il pagamento di gas in rubli è uno strumento di arma di pressione ‘diplomatica’ teso a sbloccare le sanzioni. Ma che, alla fine dei conti, rischia di non portare al risultato desiderato perché di difficile attuazione. È questa l’opinione diffusa tra gli analisti rispetto alla decisione presa da Mosca in risposta alle sanzioni Occidentali.

Secondo gli esperti, le compagnie petrolifere ed energetiche, che non hanno rubli a disposizione, si troverebbero nella condizione di non poter più comprare gas russo. L‘Eni, per esempio, ha già detto di no. La cosa più probabile – dicono – è che i flussi continuino e nessuno chiuda i tubi. Questo perché l’economia russa, già indebolita dalle sanzioni, difficilmente potrebbe resistere al crollo delle esportazioni che deriverebbe dalla chiusura dei rubinetti del gas.

Pagamento in rubli: Cremlino insite, G7 dice no

Resta dunque da vedere che cosa succederà nei prossimi giorno. Quello che è certo è che ieri il Cremlino ha ribadito che i pagamenti del gas russo saranno possibili solo in rubli, invitando i Paesi occidentali ad acquistare la valuta russa “con dollari o euro”. “Nessuno fornirà gas gratuitamente, è semplicemente impossibile. Potete pagarlo solo in rubli”, ha dichiarato in un punto stampa il portavoce, Dmitry Peskov, sottolineando che la situazione è “cambiata” e si sono create nuove condizioni a causa della “guerra economica che si sta conducendo contro la Federazione Russa”.

Vladimir Putin ha preso questa decisione sui pagamenti in risposta alle sanzioni che l’Occidente ha imposto alla Russia per il conflitto in Ucraina. Non a caso, non riguarda tutti i Paesi con cui Mosca fa affari, ma solo quelli che ha definito “ostili”. Citando il servizio di stampa del Cremlino, Ansa riferisce che il presidente russo si aspetta entro il 31 marzo un rapporto dal Gabinetto dei ministri, dalla Banca Centrale russa e da Gazprom sull’attuazione del cambio valuta in rubli per il pagamento delle forniture di gas.

L’Occidente non è, però, disposto ad incassare. “Le principali economie mondiali rifiutano le richieste russe di pagare in rubli il gas importato” ha affermato ieri il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, parlando dopo un incontro online con i ministri dell’Energia del G7, da lui presieduto. Habeck ha affermato che i ministri hanno convenuto che le richieste di pagamento in rubli erano “una chiara e unilaterale violazione dei contratti esistenti”. I contratti che erano stati conclusi continuavano ad essere applicati, ha detto. “Ciò significa che il pagamento in rubli non è accettabile”, ha affermato.

Attualmente la Russia fornisce all’Ue 150 mld di metri cubi di gas all’anno. Con i nuovi accordi sul Gnl gli Usa passerebbero a fornirne 37 miliardi, dagli attuali 22. Una quantità, soprattutto per l’Italia, insufficiente a coprire l’eventuale interruzione dalla Russia.