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Roubini: Credit Suisse è “too big to be saved”

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Credit Suisse, una delle banche più importanti in Europa, continua a destare preoccupazione per gli investitori dopo che questa settimana è stato riportato un netto deflusso di fondi gestiti pari a 450 milioni di dollari, come riportato da Morningstar. Questi dati allarmano ancora di più gli investitori, soprattutto dopo il recente fallimento della Silicon Valley Bank.

Molti esperti nel settore finanziario sono preoccupati per la situazione di Credit Suisse, soprattutto dopo l’avvertimento dell’economista Nouriel Roubini, anche noto come “Dr. Doom” per aver predetto la crisi dei subprime nel 2008. Secondo Roubini, la banca potrebbe essere troppo grande per fallire, ma allo stesso tempo troppo grande per essere salvata.

Nonostante il ceo di Credit Suisse Ulrich Koerner abbia cercato di placare le preoccupazioni degli investitori, affermando che la liquidità della banca è sana e supera i minimi regolamentari, molti esperti temono un possibile effetto domino sul settore bancario. Secondo John Leiper, chief investment officer di Titan Asset Management, ci sarebbe il rischio che la crisi si diffonda nell’economia e pertanto è necessario mantenere un’esposizione difensiva.

La crisi di Credit Suisse ha sollevato un dibattito su una possibile crisi bancaria globale. Tuttavia, nonostante l’opinione comune che la banca sia tra le più deboli in Europa, non è l’unica ad aver registrato una performance insufficiente negli ultimi anni. Pertanto, molti esperti stanno osservando da vicino la decisione della Federal Reserve statunitense in materia di tassi d’interesse, prevista per la prossima settimana.

Inoltre, ieri la Banca Centrale Europea (Bce) ha rialzato i tassi di 50 punti base, come previsto, dando un messaggio di fiducia affermando che la banca centrale è pronta ad agire in caso di possibili contingenze nella crisi bancaria.