Società

Rogers: guerra commerciale si riaccenderà nel 2020

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L’anno delle prossime elezioni presidenziali Usa vedrà un intensificarsi delle tensioni commerciali. Questo perché per essere rieletto, il presidente Usa Donald Trump sarà più aggressivo nel suo approccio alle pratiche commerciali confronti giudicate sleali di Cina, Giappone e Unione Europea.

A dirlo è la leggenda degli investimenti Jim Rogers, grande esperto e conoscitore della regione asiatica. Anche se in questi giorni si parla di tregua alla guerra commerciale, che poi è anche una guerra valutaria e tecnologica, specie con la Cina, nemico economico numero uno per gli Stati Uniti, è tutt’altro che finita.

In un’intervista concessa al quotidiano Japan Times a Tokyo, l’imprenditore americano presidente di Rogers Holding Co. Inc. ha avvertito che anche se Cina e Usa stringeranno un accordo di pace, l’euforia sarà solo temporanea.

Rogers: Troppo debito porterà a “recessione catastrofica”

Questo perché secondo il 76enne Rogers, Trump rincarerà la dose tra un anno per scopi elettorali. La guerra a colpi di dazi è destinata pertanto a tornare a intensificarsi. Come sottolinea Rogers nel nuovo libro pubblicato lo scorso gennaio, “The Future of Japan and The World That Will Be Read Through the Flow of Money“, la peggiore crisi economica della sua vita deve ancora materializzarsi.

Come tempi e cause, a causa di un livello senza precedenti di debiti, nel giro di uno o due anni dovremmo assistere a una frenata dell’economia globale. Rogers, che ha , ricorda che dal 2008 il debito globale è salito di 75 mila miliardi di dollari, per un incremento del 43%.

In un report pubblicato a gennaio, L’istituto di Finanza Internazionale (IIF) calcola che il debito totale nel mondo è cresciuto di oltre il 12% dal 2016 (+27 miliardi), attestandosi a $244 mila miliardi nel terzo trimestre del 2018. Si tratta di un valore pari al 318% del PIL.

Secondo Rogers l’ammontare record di debiti porterà a una “recessione catastrofica”. Il futuro del Giappone è a rischio a meno che il governo non intraprenda delle misure serie per ridurre il debito. E le misure necessarie a porre rimedio al calo delle nascite.