Economia

Reddito di cittadinanza: Di Maio contro i “furbetti” del Caf

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“Pensavo di parlare con un dirigente Cgil” è la giustificazione adotta dal dipendente del Caf di Palermo che a telecamere nascoste, svela come aggirare i paletti previsti dalla legge per avere il reddito di cittadinanza. A raccontarlo su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio.

Sandro Russo, questo il nome del dipendente del Caf, nonché capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Monreale, è stato ripreso mentre parla con il giornalista di La7 della trasmissione Non è lArena di Massimo Giletti, spiegando qualche trucco che può essere utilizzato al momento della richiesta del reddito di cittadinanza, come mantenere due residenze diverse per lui, che si sarebbe spacciato come potenziale richiedente, e per la compagna, e continuare a lavorare in nero fino al momento in cui rifiuta le offerte proposte. Da qui Di Maio fa sapere che avrebbe inviato la Finanza a far luce sul caso.

E’ scandaloso che il dipendente di un Caf suggerisca come eludere i paletti del reddito di cittadinanza. Ammesso che questi consigli funzionino, direi di evitare di ascoltarli perché, come si dice dalle mie parti, questi consulenti che ti consigliano come eludere la legge fanno passare un guaio alle persone che si convincono di quello che hanno detto i consulenti (…) Chi fa il furbo paga. Il dipendente del Caf che avevo denunciato è stato sospeso per aver consigliato a un cittadino come aggirare i paletti sul Reddito di Cittadinanza. Pensava di farla franca… povero illuso! Grazie alla Guardia di Finanza per l’azione tempestiva! I furbetti avranno vita breve. Questo che abbiamo beccato, come vedete dalla foto, sembra che fosse un consigliere comunale del Pd Abbiamo ricevuto segnalazioni da altri Caf. Siamo al lavoro. Avanti il prossimo”.

Così Di Maio in un video su Facebook.

Si è presentato come un dirigente della Cgil, chiedendomi di casi di persone che cerchino di raggirare le normative e se vi fossero davvero falle nel provvedimento. Ho spiegato come si poteva fare. Per me quella persona era un collega che chiedeva informazioni, non un cittadino alla ricerca di suggerimenti per fare il furbo. E tra l’altro, noi al Caf non lavoriamo sul reddito di cittadinanza. A occuparsene sono i patronati”.

Così si giustifica il dipendente mentre la Cgil fa sapere che sarà avviata una procedura disciplinare.