Economia

Recovery Fund, governo allunga i tempi e rischia di “mancare” il prefinanziamento

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Le linee guida sui Piani di riforma necessari alla concessione dei 209 miliardi del Recovery Fund europeo saranno presentate domani in Parlamento.
Ma le tempistiche sui progetti definiti da presentare alla Commissione europea si allungano, con il rischio concreto di bruciare la scadenza del 15 ottobre, quella che permetterebbe all’Italia di avvalersi di un anticipo del 10% sui fondi europei (si confronti la pagina ufficiale del Dipartimento per le politiche europee di Palazzo Chigi in basso).

Solo i piani presentati entro la metà di ottobre, infatti, potranno far scattare l’erogazione più rapida prevista dal Consiglio europeo. In caso contrario, la prima finestra per l’arrivo della prima tranche di aiuti non si aprirà che a partire dalla primavera 2021.

Erano stati lo stesso premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ad evocare espressamente la volontà politica di avvalersi dell’anticipo del Recovery presentando un primo Piano di riforma entro il 15 ottobre. Ma l’assalto alla diligenza da parte dei singoli ministeri e delle regioni per ottenere una quota di queste risorse deve avere allungato di molto i tempi.

Secondo quanto riporta oggi Repubblica, tuttavia, la presentazione del pacchetto di proposte alla Commissione europea “slitta a gennaio del prossimo anno”. L’esecutivo Ue, avrebbe, poi, due mesi di tempo per esprimersi sulla validità dei progetti presentati, mentre un mese sarà a disposizione del Consiglio Ue.
In ogni caso, se le tempistiche fossero queste, l’anticipo del 10% sui fondi europei, che varrebbe fino a 20,9 miliardi di euro, non potrebbe essere sfruttato, ritardando di alcuni mesi l’arrivo dei primi soldi europei.

Il peso delle divisioni

Il dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio non è stato immediatamente disponibile a confermare a Wall Street Italia la tempistica sopra delineata, benché lo stesso ministero per gli Affari europei abbia affermato nella sua agenda che il Recovery Plan italiano con le “schede progetto” sarà presentato “tra gennaio e aprile del 2021”.

Secondo quanto riportato da Repubblica il governo si sarebbe dovuto rassegnare ad allungare i tempi a causa della mancata “sintesi politica sulla quale pesano le divergenze interne alla maggioranza (a partire sul sì o no al Mes che divide, come è noto, Pd e grillini)”, e anche “l’imminenza delle urne non aiuta”.

Opposizioni, Giacomoni (Fi): “Da governo superficialità imbarazzante”

“E’ imbarazzante l’approssimazione e la superficialità con la quale il governo italiano sta affrontando il più importante tornante economico-finanziario della nostra storia repubblicana, ovvero la stesura del piano di investimenti e riforme, con tempistiche e tappe molto chiare, da presentare all’Ue per accedere ai Recovery Fund”, ha commentato in una nota il deputato di Forza Italia, Sestino Giacomoni. “L’Europa chiede di poter ricevere le proposte entro ottobre ma le cronache ci informano che domani a Palazzo Chigi si terrà la prima riunione del Comitato interministeriale per gli affari europei sul Recovery Fund, ovvero quell’organismo che di fatto dovrebbe stilare il progetto da inviare a Bruxelles. Il governo è in mostruoso, imbarazzante, colpevole ritardo. Com’è pensabile elaborare in un solo mese un progetto organico di sviluppo che consenta di spendere, senza sperperare in mille rivoli clientelari, gli oltre 200 miliardi di euro messi a disposizione dall’Ue? Il governo dovrebbe fare presto e bene. Due concetti che in questi 13 mesi non ha mai saputo declinare con successo”, ha concluso il deputato azzurro.

Per Bankitalia il Recovery potrebbe far crescere il Pil fino al 3%

Le prime stime sul possibile contributo del recovery fund all’economia italiana le ha fornite Bankitalia secondo cui,  a seconda dell’ammontare delle risorse utilizzate e del grado di efficienza degli investimenti realizzati, è atteso un beneficio per l’economia italiana compreso tra l’1,5 e il 3% entro il 2025.