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Ramenghi (Ubs): “Piazza Affari giù se coalizione anti-euro vince le elezioni”

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L’esito delle elezioni generali rimane incerto. Nessuno dei partiti o delle coalizioni in via di definizione sembra destinato a conquistare la maggioranza assoluta in parlamento. Tuttavia, al netto di qualche temporanea vampata di volatilità, il voto del 4 marzo dovrebbe avere un impatto limitato a Piazza Affari e sui Btp. A condizione, però, che si possa escludere l’ipotesi di una coalizione tra i partiti anti-euro.

“Attribuiamo una bassa probabilità a questo scenario, che sarebbe tuttavia il più negativo per i mercati – precisa Matteo Ramenghi, chief investment officer di Ubs wealth management Italy -. Da un lato sia il Movimento 5 stelle che la Lega hanno escluso di voler organizzare un referendum sulla permanenza dell’Italia nella moneta unica. Del resto, una consultazione di questo tipo sarebbe contraria alla Costituzione italiana. E comunque i partiti euroscettici – Lega, Fratelli d’Italia e 5 stelle – hanno agende politiche molto diverse e intrattengono relazioni mediocri tra loro”.

Al contrario, lo scenario più probabile, secondo gli analisti di Ubs wm, è una coalizione tra Partito democratico, partiti di centro e Forza Italia o, in alternativa, un governo tecnico sostenuto da una maggioranza più ampia: questa ipotesi, secondo Ramenghi, sosterrebbe il mercato italiano, favorendo una rimozione del rischio politico. In entrambi i casi, spiega, l’incarico potrebbe essere affidato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’attuale Primo Ministro, Paolo Gentiloni, la cui popolarità è andata aumentando di recente. Le altre ipotesi in campo, ovvero una coalizione anti-euro o un’impasse destinata a sfociare in nuove elezioni “finirebbero per pesare sulle azioni italiane, specialmente se il differenziale di rendimento tra governativi di Italia e Germania dovesse allargarsi”. Gli spread, chiarisce Ramenghi, sono un motore fondamentale per spiegare le dinamiche dell’Msci Italy (e dei principali indici azionari italiani, aggiungiamo noi), a causa della significativa presenza di finanziari e utility: da soli valgono il 52% della capitalizzazione di mercato, due volte il livello dell’Msci Emu. Il responsabile degli investimenti per l’Italia di Ubs wm dichiara un posizionamento neutrale su entrambi i comparti e lo stesso vale per il listino milanese all’interno dell’Eurozona.

Elezioni e sondaggi

Analizzando più nel dettaglio le intenzioni di voto emerse negli ultimi sondaggi, Ubs osserva come il Movimento a 5 stelle sia oggi il primo partito. Nel corso degli ultimi mesi, invece, le rinnovate critiche alla gestione della crisi bancaria regionale di fine 2015, che vedono protagonista Maria Elena Boschi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno ridimensionato la popolarità del Partito Democratico, penalizzato anche dalla formazione del movimento Liberi e Uguali, a sinistra del Pd, guidato dall’attuale Presidente del Senato Pietro Grasso, cui viene attribuito una quota di preferenze pari al 6/7%. Non stupisce, quindi, che i partiti di centro destra abbiano guadagnato terreno in questo frangente, capitalizzando anche il marginale arretramento del movimento fondato da Grillo e Casaleggio. Al tempo stesso la quota maggioritaria tenderà ad avvantaggiare i partiti politici con ampia rappresentatività a livello geografico e candidati più popolari: “ne beneficeranno soprattutto il Partito democratico, Forza Italia e in alcune aree la Lega. Perciò”, spiega Ramenghi, gli attuali sondaggi “probabilmente sottovalutano il numero di seggi che saranno aggiudicati alle coalizioni con formazioni di centro”. Il risultato delle elezioni rimane molto incerto, conclude il cio di Ubs wm, che però rassicura: “Il momentum economico positivo e gli acquisti della Bce, almeno fino a settembre, dovrebbero attenuare la volatilità. I premi al rischio non dovrebbero salire significativamente dagli attuali livelli con l’avvicinarsi delle urne”.