Economia

Quota 102, Ape social e Opzione donna: le novità in tema di pensioni

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Arriva la prima novità confermata sul capitolo pensioni, uno dei più scottanti che entra nella legge di bilancio 2022, la prima targata Mario Draghi. Tra le varie proposte passa quella che introduce dal prossimo anno quota 102, che andrà così a sostituire quota 100 in scadenza naturale a fine anno. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e chi potrà beneficiarne.

Quota 10o addio

Fino al 31 dicembre di quest’anno è in vigore quota 100, l’anticipo pensionistico voluto dall’ex governo,  una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi che maturano, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021, i requisiti prescritti dalla legge. Ai fini del conseguimento della pensione Quota 100 è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente e si può richiedere la pensione Quota 100 se in possesso, nel periodo compreso tra il 2019 e il 2021, di un’età anagrafica non inferiore a 62 anni e di un’anzianità contributiva non inferiore a 38 anni. Da gennaio 2022 , terminata la sperimentazione della pensione anticipata con la Quota 100, tornerà lo scalone anagrafico che, dai 62 anni di età e 38 di contributi, impone un minimo di 67 anni di età per la pensione di vecchiaia e almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne) per quella anticipata. Si tratta quindi di una corsa contro il tempo per evitare appunto lo scalone della della legge Fornero. Ed è qui che entra in gioco quota 102.

Quota 102: cosa prevede l’anticipo del governo Draghi

Il governo Draghi così ha annunciato una riforma del sistema pensionistico contenuta nel disegno di legge di bilancio per il prossimo anno. La proposta è di introdurre “Quota 102”, che permetterà di andare in pensione con 38 anni di contributi e 64 anni di età. In sostanza l’intento di “Quota 102” è quello di impedire che dal 2022 si torni alla legge Fornero almeno per un anno.

“I requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva sono determinati in 64 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva per i soggetti che maturano i requisiti nell’anno 2022. Il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2022 può essere esercitato anche successivamente. In sede di prima applicazione, entro il 28 febbraio 2022, il relativo personale a tempo indeterminato può presentare domanda di cessazione dal servizio”.

Così si legge nella bozza delle legge. Quota 102 potrebbe interessare una platea di circa 50mila persone che potrebbero essere interessate allo scivolo, e secondo le ultime indiscrezioni non ci sarebbero penalizzazioni, se non quelle dovute all’anticipo d’uscita. La perdita nell’assegno, perciò, dipende fortemente dall’anticipo. Si stima che chi ha un reddito di 30mila euro lordi possa perdere tra i 50 e i 150 euro.

Le novità previdenziali

Ma non solo Quota 102. Tra le altre novità in ambito previdenziale che entrano nelle legge di bilancio troviamo un fondo da 600 milioni in 3 anni, spalmato in 200 milioni di euro per l’anno 2022, 200 milioni di euro per l’anno 2023 e 200 milioni di euro per l’anno 2024. Il fondo è istituito per “favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni”.

Novità anche sul fronte dell’Ape sociale che viene estesa ai lavori gravosi come magazzinieri, estetisti, portantini, addetti alle consegne, lavoratori delle pulizie, conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento, maestre di scuola materna e primaria. Per questi sarà possibile a fronte di 36 anni di contributi, gli ultimi dei quali impegnati in queste attività, a 63 anni chiedere l’Ape. Per i disoccupati invece non sarà più necessario avere terminato la Naspi da tre mesi, mentre saale di due anni il limite di età per accedere a Opzione donna: non sarà più possibile accedere alla misura che prevede il calcolo dell’assegno completamente contributivo a 58 anni per le dipendenti oltre a un anno di finestra mobile (18 mesi per le autonome) ma saranno necessari 60 anni (61 per le autonome ) con 35 di contributi.

Infine il contratto di espansione, che consente lo scivolo pensionistico fino a cinque anni favorendo il turnover, viene esteso agli anni 2022 e 2023 e per questi due anni “il limite minimo” dei dipendenti delle imprese scende a cinquanta, soglia per potervi accedere.