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Pronte nuove sanzioni contro Russia. Prodi: Ue verso “trappola”

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ROMA (WSI)- L’avvertimento contro la Russia, lanciato soprattutto dalla coppia Merkel-Obama nell’ultimo G7 che si è tenuto in Germania, si starebbe concretizzando. Stati Uniti e Unione europea avrebbero preparato infatti un piano che implicherebbe l’imposizione di nuove sanzioni sui settori, in particolare, dell’energia e della finanza.

Finora tutto è ancora sulla carta: ma le restrizioni scatterebbero immediatamente nel caso in cui i ribelli sostenuti da Mosca guadagnassero terreno in Ucraina. Oltre che colpire i settori, le sanzioni impedirebbero ad altri funzionari e uomini di affari russi di viaggiare o concludere accordi di business nell’Occidente, stando a quanto hanno riportatpo alcune fonti europee.

Nuove misure potrebbero essere adottate contro l’industria petrolifera russa, bloccando le importazioni di petrolio dei paesi occidentali dalla Russia; ancora, le banche russe potrebbero essere escluse dalle transazioni finanziarie internazionali, limitando notevolmente il raggio di azione delle aziende russe.

Il segretario di stato americano John Kerry ha riferito alla stampa che l’imposizione di sanzioni aggiuntive sulla Russia dipende sostanzialmente da “quanto accadrà in campo”. Ma, “nel caso in cui il presidente Putin decidesse di scegliere di fare il doppio gioco, continuando a permettere ai separatisti di avanzare, ovviamente avremmo una sfida molto grande da fronteggiare”.

L’Unione europea estenderà le sanzioni attuali la prossima settimana, sebbene non ci sia pieno consenso tra i suoi 28 paesi membri.

Arriva intanto il monito dell’ez premier ed ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, che avverte che con le sanzioni contro la Russia la Ue si sta infilando in una “trappola”, come sta accadendo con la Grecia, e che tra un rinvio e l’altro “si va da disastro a disastro”.

Prodi parla da Pietroburgo, nelle vesti di numero uno della Foundation for Worldwide Cooperation.

Le “sanzioni colpiscono in modo particolare l`Italia, si parla di 0,9% di un danno allo sviluppo del Pil”, fa notare, sottolineando che “questo già oggi si traduce in 85 mila posti di lavoro in meno. Mi chiedo che senso abbia”.

Colpite anche “le piccole imprese della meccanica: ci troviamo di fronte a qualcosa che deve essere cambiato nell’immediato futuro. La decisione di prolungare le sanzioni è stata presa ieri l’altro. Noi dobbiamo star molto attenti, perché da rinvio a rinvio si va da disastro a disastro. Il problema greco è stato moltiplicato più di dieci volte, in questa maniera. Con le sanzioni siamo nella stessa trappola”.

Fonte: Business Insider