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Più attenzione all’ambiente e al risparmio, le nuove priorità degli italiani dopo il coronavirus

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L’Italia accende i motori e si prepara ad affrontare la fase due. Un avvio che sicuramente dovrà considerare anche e soprattutto il cambiamento degli italiani, avvenuto durante il lockdown, in termini di atteggiamenti, paure, preoccupazioni e aspettative future.

Sono proprio questi gli aspetti che Toluna, digital market research agency specializzata in soluzioni agili di ricerca, in collaborazione con Harris Interactive, agenzia di ricerca full-service, ha voluto indagare tramite una recente ricerca internazionale volta a fornire una fotografia reale, chiara e precisa della situazione attuale. Lo studio ha coinvolto 19 mercati differenti, raggiungendo 16.600 rispondenti online di cui 1.253 italiani.

Il bilancio del lockdown

Italiani alle linee di partenza e con lo sguardo proiettato al futuro, pronti ad entrare nell’era post COVID-19, una transizione che, però, non sembra stiano affrontando serenamente. Come infatti dimostrano i risultati, quasi 9 rispondenti su 10 si dichiarano “estremamente insoddisfatti” della propria vita. Un triste primato per la Penisola che conquista così il gradino più alto del podio a livello europeo, seguita a pari merito da Francia e Spagna (81%).

All’elevato livello di insoddisfazione, si aggiungono nuove preoccupazioni derivate dall’emergenza sanitaria. Tra quelle più dichiarate emergono il timore degli effetti della pandemia sulla società in generale (56%), la paura di contrarre il virus (53%) e di non riuscire ad assicurarsi i beni essenziali (31%).

L’ansia, l’incertezza e la perplessità – proprie di questo momento storico – causano anche delle ripercussioni negative sullo stile di vita condotto dagli italiani. Il 53% del campione intervistato afferma infatti di effettuare meno attività fisica, il 31% di seguire una dieta meno salutare mentre il 19% di fumare di più. Cattive abitudini che generano livelli di stress più elevati, come viene di fatto dichiarato dal 51% dei rispondenti.

Le aspettative future

La survey ha voluto individuare anche il sentiment degli italiani sul futuro. In termini di attività che vorrebbero svolgere una volta terminata l’emergenza sanitaria emergono il desiderio di ritornare a viaggiare e ad uscire.

Per quanto riguarda i viaggi, il 44% degli intervistati vuole trascorrere le vacanze in una meta turistica italiana contro il 21% del campione che invece dichiara di essere intenzionato ad andare all’estero. Un risultato significativo che lascia intuire la decisione degli italiani di supportare e sostenere il proprio Paese, ed in particolar modo uno dei settori maggiormente colpiti dal virus, ovvero il turismo nostrano.

Non si sognano solo i viaggi, ma anche quelle attività che facevano parte della quotidianità prima che il Coronavirus irrompesse nella vite: il 34% vorrebbe infatti uscire di più, andare al ristorante, al cinema e a teatro. Una richiesta di libertà che accomuna gli italiani a spagnoli e francesi (36%).

Se si considera invece l’approccio alla vita dopo questa situazione, gli italiani manifestano una maggiore coscienza sulle tematiche ambientali (35%), un superiore ottimismo verso il futuro (29%) e una minore inclinazione al materialismo (24%).

Osservando i dati, però, si evince inoltre la nuova priorità riservata alla questione sanitaria: il 50% degli intervistati afferma infatti di essere più consapevole della propria salute.

Un’attenzione alla persona che posiziona l’Italia al primo posto seguita da Spagna (46%), Francia e Inghilterra (34%) ed infine Germania (27%).

Ultimo ma non meno importante elemento indagato è la gestione finanziaria privata per la quale emerge con forza un’estrema cautela futura. Il 42% afferma di voler risparmiare per l’incertezza dei giorni a venire, una percentuale tra le più alte registrate a livello europeo.

È la Germania, invece, il Paese meno intenzionato a mettere da parte risorse per periodi meno favorevoli (21%). Una tendenza confermata anche da un altro dato: solo il 10% del campione raggiunto dichiara di voler aumentare le spese – in Europa, i più “spendaccioni” risultano gli inglesi (14%).

L’estrema prudenza in questo ambito viene dimostrata anche dal fatto che gli italiani sono tra i più disposti a stipulare coperture assicurative (10%).