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Piovono offerte dall’estero per 4 banche salvate

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MILANO (WSI) – Si delinea la strada estera per le 4 good bank italiane, le quattro banche fallite e poi salvate in extremis dal governo Renzi presentando il conto sulle spalle degli obbligazionisti, circa 10mila.

Per le nuove banca Marche, Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara guidate da Roberto Nicastro sarebbero arrivate una decina di offerte non vincolati da parte per lo più di fondi di private equity, come Apollo, Canterbridge, Fortis e Anacap. Le offerte avrebbero perimetri d’acquisto diversi.

Si sarebbero defilate dall’offerta le banche italiane che avevano manifestato il loro interesse ossia Bper, Ubi, CariParma, Banco Popolare e BPM. Il presidente Nicastro ha sottolineato che a questo punto verrà indetta una selezione per l’amissione alla “due diligence” dopo la quale arriveranno offerte vincolanti e in base all’Antitrust le banche dovranno essere cedute entro il 30 settembre.

Intanto continuano ad alimentarsi le polemiche per i rimborsi ai risparmiatori che, secondo quanto affermato dal Premier Renzi alla trasmissione di Raiuno “Porta a Porta” arriveranno entro il 30 giugno. Il Premier contesta la troppa attenzione, a suo dire, sui “buggerati veri o presunti della quattro banchette”.

“Questa storia dei truffati… C’è gente che prendeva il 7% (di interessi, ndr) quando chi porta i soldi prende l’1%”.

Il Premier coglie l’occasione anche per difendere  a spada tratta il sistema bancario italiano, portando a esempio Intesa Sanpaolo e ha attaccato i governi precedenti.

“Il bail-in a noi è arrivato cotto e mangiato, non potevo toccar palla. La Merkel ha dato 247 miliardi alle banche che li hanno dati alle imprese. I politici italiani hanno lasciato le banche come stavano, hanno nascosto la polvere sotto il tappeto”.

Le quattro banche, Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio, Nuova CariChieti e Nuova CariFerrara inoltre hanno reso noto di aver raggiunto un accordo con le più importanti associazioni dei consumatori per facilitare il ricorso all’arbitrato e al Fondo interbancario per l’erogazione dei rimborsi agli ex obbligazionisti subordinati.

“Le good bank si impegnano alla massima disponibilità nel presentare alle associazioni che ne fanno richiesta su mandato della clientela tutte le documentazioni necessarie alla costruzione dei dossier”.

L’unica a non firmare l’accordo è stato il Codacons, guidato da Carlo Rienzi che spiega i motivi della scelta dell’associazione.

“Non possiamo aderire ad un accordo con le stesse banche che non vogliono assumersi alcuna responsabilità per i debiti dei vecchi istituti cui sono subentrate, e non intendiamo avallare un decreto, quello sulle banche varato dal Governo, totalmente sballato e che introduce modalità di rimborso altamente discriminatorie per i risparmiatori. Il Codacons è l’unica associazione dei consumatori che sulla vicenda delle 4 banche ha scelto la strada legale, costringendo le Procure ad aprire inchieste per truffa e portando la legge sul bail-in al Tar, e abbiamo tutta l’intenzione di proseguire tale percorso, portando il nuovo decreto in Corte Costituzionale. Dare la nostra adesione all’intesa con le good bank avrebbe significato sollevare le nuove banche dalle loro responsabilità e avallare criteri di rimborsi discriminatori e sbagliati, che porteranno solo pochi fortunati ad ottenere un indennizzo parziale”.