Economia

Petrolio: nuove sanzioni a Mosca, stop entro 8 mesi al greggio di Mosca

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L’Ue accelera sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia sulla scia dell’invasione dell’Ucraina. L’aspetto più interessante riguarda l’embargo al petrolio russo: la Commissione europea ha proposto un divieto di acquisto, da completare in un periodo tra i 6 e gli 8 mesi per assicurare la necessaria unanimità dei Ventisette al momento dell’approvazione delle nuove misure.

“Proponiamo un divieto del petrolio russo, un divieto totale d’importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato. Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine dell’anno” ha detto la presidente Ursula von der Leyen.

La questione del petrolio è particolarmente controversa. Alcuni paesi, come l’Ungheria e la Slovacchia senza sbocco sul mare, sono totalmente dipendenti dal greggio russo. Per questa ragione, secondo l’indicazione raccolta da fonti europee, saranno esentate fino alla fine del 2023.

Nuovo pacchetto di sanzioni, non solo petrolio

Accanto all’embargo sul petrolio, spicca un nuovo pacchetto sanzioni. Come circolato nei giorni scorsi, il pacchetto prevede inoltre l’esclusione da Swift, il sistema di messaggeria finanziaria, di tre istituti di credito, tra cui Sberbank, che controlla in Russia un terzo degli attivi bancari.

Nel mirino della Ue, ci sarebbero inoltre personalità di spicco. La nuova lista, che dovrà essere approvata dagli Stati membri, comprende 58 nomi, tra cui la moglie, la figlia e figlio del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Ma anche, secondo indiscrezioni stampa, il patriarca Kirill.

“Vogliamo la vittoria di Kiev”, ha adetto von der Leyen che, sul  capitolo ricostruzione, ha spiegato: “Il Pil dell’Ucraina dovrebbe scendere dal 30% al 50% solo quest’anno. E il Fondo monetario internazionale stima che da maggio in poi l’Ucraina avrà bisogno di 5 miliardi di euro al mese per mantenere il Paese in funzione, pagare pensioni, stipendi e servizi di base”. “Dobbiamo sostenerli, ma non possiamo farcela da soli. Accolgo con favore che gli Stati Uniti abbiano annunciato un massiccio sostegno di bilancio. E anche noi, faremo la nostra parte”.