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Petrolio, allarme: “così si rischiano tensioni e instabilità sociali”

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NEW YORK (WSI) – Ancora una giornata di passione per le quotazioni petrolifere. Complice il taglio delle stime sulla domanda 2015 effettuato dall’Aie (Agenzia internazionale di energia), i prezzi del greggio continuano la fase di ritirata con perdite superiori al 2% e prezzi intorno a $58.

I futures hanno accusato sin dalla mattinata una nuova accelerazione al ribasso, fino a toccare i nuovi minimi dal maggio 2009, con il contratto WTI con consegna a gennaio che è sceso fino a 58,84 dollari al barile (livello più basso dal 19 maggio 2009) e l’analogo future sul greggio del Mare del Nord a 62,75 dollari.

Complice il rallentamento del ciclo, l’Aie stima che il consumo di petrolio dovrebbe salire di 900mila barili al giorno l’anno prossimo a 93,3 milioni di barili contro i 93,6 milioni previsti precedentemente. Confermata a 92,4 milioni di barili la stima di domanda nel 2014.

Rilasciando le nuove proiezioni, l’Agenzia ha detto che la debolezza della domanda e l’eccesso di offerta nel mercato del petrolio aumentano il rischio di instabilità sociale globale e il potenziale di default.

“Per alcuni paesi e aziende, l’ulteriore calo dei prezzi del greggio renderebbe più seria una situazione già difficile”, si legge nel nuovo rapporto mensile. “La pressione al ribasso dei prezzi del greggio aumenta il rischio di instabilità sociale e le difficoltà finanziarie per ripianare eventuali debiti”.

Ritornando ai prezzi del greggio, ad alimentare la lettera sul mercato, oltre ai soliti fattori – che vanno dal surplus dell’offerta alla revisione al ribasso dei consumi per il 2015 annunciata ieri dall’Opec – anche il rallentamento superiore al previsto dell’economia cinese e la profonda crisi congiunturale accusata dalla Russia. (mt)