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Perchè il fallimento di Silicon Valley Bank è un campanello d’allarme

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Il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB), la prima banca americana a fallire dal 2020 e la più grande dal 2008-2009, ha scosso il mondo bancario e finanziario. Con un patrimonio di 209 miliardi di dollari, la banca si è concentrata sulle attività bancarie per le industrie tecnologiche. Questo modello operativo, che storicamente ha portato a forti ritorni e una rapida crescita, ha visto una diminuzione dei finanziamenti degli sponsor e un aumento del cash burn delle start-up, portando a un deflusso di depositi dalla banca.

Per far fronte al deflusso di denaro, la banca aveva recentemente venduto gran parte dei suoi titoli disponibili per la vendita, subendo una perdita, e stava cercando di raccogliere capitale aggiuntivo come compensazione, ma questo ha portato alla perdita di fiducia e alla corsa agli sportelli. Ciò ha anche provocato un significativo sell-off nel settore bancario negli Stati Uniti e oltre, poiché gli investitori temevano che altre istituzioni finanziarie avessero perdite significative non realizzate nei loro bilanci a causa dei tassi di interesse marcatamente più elevati.

Tuttavia, secondo gli esperti, le banche degli Stati Uniti in generale hanno sufficiente liquidità e finanziamenti stabili e il capitale per navigare in questa turbolenza di mercato. Ci si aspetta che alcune banche si riposizionino vendendo titoli a basso rendimento e reinvestendo il ricavato in asset a maggior rendimento, subendo perdite. Come analizzato da Morningstar, le banche che rientrano nell’universo di copertura sono in grado di assorbire queste potenziali perdite attraverso i guadagni e forti buffer di capitale.

Perché Silicon Valley Bank è fallita?

Ci sono alcune circostanze molto specifiche riguardanti il fallimento di SVB, ma è chiaro che l’aumento repentino dei tassi di interesse ne è stato un fattore chiave. Il rapido aumento dei tassi di interesse, insieme alla crescita rapida e a una base di clienti commerciali molto limitata, ha portato a un saldo dei depositi molto superiore al limite assicurato dalla Federal Deposit Insurance Corporation.

D’altra parte, gli esperti affermano che i bilanci delle banche negli Stati Uniti rimangono forti, con livelli adeguati di liquidità e finanziamenti stabili. I depositi rimangono più alti rispetto ai livelli pre-pandemici, con un rapporto prestiti-depositi del 69% nel 2022, ancora superiore al livello pre-pandemico del 76% nel 2019. Tuttavia, questi livelli di finanziamento dei depositi potrebbero portare ad un aumento del deposit beta con l’aumentare dei tassi di interesse.

Dopo il fallimento di SVB e Signature Bank, le autorità regolamentari statunitensi hanno annunciato che tutti i depositanti di entrambe le banche avranno accesso ai loro capitali.

Il fallimento è un problema per le banche europee?

Citiamo un commento dell’esperto Emiliano Carchen, Partner Oliver Wyman per i Financial Service:

“SVB non rappresenta un campanello d’allarme per il sistema bancario europeo. La banca californiana aveva delle caratteristiche uniche, come la taglia dei depositi (che li rendeva pressochè esclusi dalle garanzie e più esposti al bank-run), la concentrazione / tipologia dei depositanti (non solo clienti corporate, ma quasi solo tech player della valley) e dei requisiti prudenziali meno stringenti rispetto a quelli europei. Questo ha reso la profittabilità di SVB “liability-driven” al contrario delle banche universali e diversificate che sono strutturalmente “asset-driven” e beneficiano dell’espansione della forbice di tassi (beta attivi > beta passività). SVB, invece, è cresciuta e ha prosperato durante il periodo di tassi negativi.

Tuttavia, il fallimento di SVB ci può aiutare a comprendere l’entità del cambiamento che lo scenario macroeconomico sta inducendo sul sistema bancario e sottolinea l’importanza che le dinamiche finanziarie ed i modelli di poste a vista, IRRBB, ALM, funding strategy etc. avranno nei prossimi anni per preservare l’eccellente profittabilità del 2022. Affrontare questo cambiamento richiederà di migliorare l’integrazione tra pianificazione industriale e finanziaria e di avere un dialogo più fluido tra le funzioni di business, rischio e finanza rispetto allo scenario e alla possibili strategie di risposta (ad esempio adottando scenari “di stress” comunemente ritenuti credibili da queste funzioni).

Ciò sarà particolarmente importante per le banche la cui profittabilità è più esposta agli eventi discontinui che interesseranno il sistema nei prossimi mesi, ad esempio quelle il cui margine di interesse è più dipendente dai titoli/TLTRO o quelle con una maggiore incidenza della raccolta wholesale. Inoltre, ci sono player finanziari il cui modello di business si è formato ed è cresciuto durante il regime di iper-liquidità degli ultimi anni e che dovranno affrontare – per la prima volta – questa nuova fase economica.”