Economia

Pensioni ed esodati: le proposte di Tito Boeri

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ROMA (WSI) – Vitalizi, flessibilità in uscita per le pensioni e problema esodati: sono queste le direttive su cui dovrebbe muoversi il governo italiano secondo il presidente dell’Inps, Tito Boeri.

Intervenuto alla trasmissione Mezz’ora di RaiTre condotta da Lucia Annunziata, il numero uno dell’Istituto di previdenza sociale ha esposto le sue proposte in merito alla riforma previdenziale, dopo la delusione della Legge di Stabilità che ha fatto poco o nulla per quanto riguarda il capitolo pensioni.

In primo luogo, secondo Boeri andrebbero ridotti in maniera progressiva i vitalizi dei politici mettendo un tetto di 80-85 mila euro lordi l’anno, superati i quali scatterebbe la tagliola fino al 50%. A essere coinvolti sarebbero circa 200mila persone e oltre ai politici potrebbero essere coinvolte anche altre categorie come “dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato,  etc..”. Meno drastici i tagli per gli assegni ordinari che vanno oltre gli 80 mila euro, fino al 12%, e solo se non sono “giustificati” dai contributi versati nel corso della vita.

Dai risparmi ottenuti si avrebbero le risorse necessarie per finanziare la flessibilità in uscita, ossia l’accesso alle pensioni in anticipo con un assegno ridotto del 3% per ogni anno in meno di rispetto ai parametri fissati dalla riforma Fornero (Decreto legge n.201/2011).

In riferimento agli esodati, il presidente dell’Inps ha dichiarato che la settima salvaguardia prevista nella Legge di Stabilità non sarà davvero l’ultima visto che continua a crescere la platea di coloro che sono rimasti senza lavoro e senza stipendio.  Tutto, secondo Boeri – “è stato affrontato in modo tale per cui rischiamo di avere uno strascico. Già ci sono forti pressioni per una ottava salvaguardia”.

Una possibile soluzione avanzata dal numero uno dell’Inps potrebbe essere quella di permettere la flessibilità in uscita ma equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni. “Per farlo dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima” – dice Boeri che continua – “occorre preoccuparsi dei veri esodati, soprattutto i lavoratori di piccole imprese dove non c’erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì bisognerebbe trovare strumenti di sostegno al reddito”. (ACA-Lna)