Economia

Draghi: dopo attacchi Germania monito contro aumento tasse

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ROMA (WSI) – Mario Draghi, numero uno della BCE parla al Forum Economico di Bruxelles, a poche ore dal feroce attacco che è arrivato da Deutsche Bank sulla politica monetaria intrapresa dalla banca centrale europea per riportare l’inflazione in Eurozona.

Le sue parole sembrano una risposta proprio ai falchi tedeschi, dal momento che Draghi affronta soprattutto la questione delle riforme strutturali che la politica dell’area è ancora riluttante ad adottare o completare. Come dire, e non è la prima volta, che la Bce ha fatto e sta facendo il suo dovere attraverso la politica monetaria, ma che anche i vari governi devono fare la loro parte.

Il numero uno della Bce dispensa consigli sul modo di sostenere la produttività e anche su come fare in modo che non venga danneggiato lo stesso potenziale di crescita. Il punto, infatti, è che “un ritorno troppo lento dell’output al suo potenziale è tutto fuorché innocuo. Anzi, ha conseguenze economiche durature, dal momento che può portare all’erosione stessa del potenziale”.

Ciò significa che “non permetteremo all’inflazione di intralciare il nostro obiettivo per più tempo di quello che può essere evitato, vista la natura degli shock a cui facciamo fronte”.

Ancora:

La transizione secolare da una economia manifatturiera a una sei servizi può essere coerente con una produttività più elevata, con un buon allocamento delle risorse”. A tal proposito Draghi  consiglia di far ricorso a una politica fiscale che venga adottata non solo dai paesi caratterizzati da finanze pubbliche solide, ma anche da altri paesi dell’area in cui c’è bisogno comunque di un consolidamento fiscale.

Un monito è rivolto a una politica fiscale basata eccessivamente sull’aumento delle tasse, più che dai tagli alla spesa.

Di fatto, afferma:

“La politica fiscale è stata caratterizzata da una fase di contrazione per diversi anni, in Eurozona, a causa della perdita di fiducia nei debiti sovrani nel 2010, e l’effetto negativo sulla crescita è stato esacerbato dal fatto che in alcuni paesi il consolidamento è avvenuto principalmente attraverso l’aumento delle tasse, invece che con i tagli alla spesa. Tale situazione ha spostato il peso della stabilità macroeconomica sulla politica monetaria”.