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Papa Francesco: conventi diventati alberghi paghino tasse

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ROMA (WSI) – “Un convento religioso è esentato dalle imposte, però se lavora come un albergo paghi le tasse, altrimenti l’impresa non è molto sana”. Ad affermarlo Papa Francesco, in un’intervista rilasciata all’emittente portoghese Radio Renascenca. Tanti sono i conventi quasi vuoti, afferma il Pontefice e molti sono trasformati in alberghi da cui guadagnare denaro.

“Bene, se desideri questo – continua il Papa – paga le tasse. Un collegio religioso è esente dalle imposte, ma se lavora come un hotel è giusto che paghi le imposte”.

Un cambiamento di rotta epocale quello di Papa Francesco che rimette così la decisione su come procedere direttamente al Governo. Già un decreto a firma del ministro Pier Carlo Padoan del 26 giugno 2014 ha stabilito l’esenzione dal pagamento dell’IMU per le scuole private che chiedono alle famiglie rette inferiori ai 6.882 euro annui (pari al costo medio per ogni alunno di scuola statale calcolato dall’Ocse), le cliniche convenzionate nonché tutti gli enti non commerciali posseduti dalla Chiesa, dalle parrocchie alle università ai musei.

Per evitare che sugli spazi organizzati “non in forma imprenditoriale” per la ricettività, come appunto le stanze affittate nei conventi o collegi, si paghino le tasse sugli immobili, è necessario che vi sia discontinuità nell’apertura, ossia che l’attività ricettiva non copra l’intero anno solare. Ora la svolta di Papa Francesco il quale ha affermato che gli enti ecclesiastici che svolgono attività commerciali devono pagare le tasse sugli immobili.

“L’invito categorico a pagare le imposte come chiunque altro, rivolto oggi da Papa Bergoglio alle strutture religiose che funzionano come hotel – affermano Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma, e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma – è forse la migliore risposta alla nostra denuncia della dilagante evasione ed elusione fiscale da parte delle case per ferie gestite a Roma da enti ecclesiastici. Ben il 40 per cento delle circa 300 strutture alberghiere gestite da religiosi non ha mai versato l’Imu e un altro 20 per cento lo versa irregolarmente. Un terzo di queste inoltre non paga nemmeno Tasi e Tari, per un totale di quasi 20 milioni di euro di tasse mai versate”.