Società

PA: 5200 dipendenti in pensionamento obbligatorio

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Sono 5200 i dipendenti della Pubblica Amministrazione messi in pensionamento obbligatorio quest’anno per effetto del Decreto legge Madia, che aveva stabilito che, al fine di evitare esuberi, una volta raggiunta l’età di 65 anni (limite ordinamentale, scattato per circa 2.200) e 66 anni e tre mesi (requisito per la vecchiaia, per 3.000) entrasse in vigore la pensione obbligatoria, non potendo essere possibile più fruire del trattenimento in servizio.

A rilevare questi numeri sono state le tabelle del Ministero della Pubblica Amministrazione guidato proprio da Marianna Madia, presentate alla Camera in Commissione lavoro. A fornire le cifre in particolare è stato il sottosegretario alla PA, Angelo Rughetti, rispondendo al question time avanzato da Marialuisa Gnecchi del Partito Democratico, che chiedeva di conoscere con esattezza il numero dei lavoratori messi in pensionamento obbligatorio al raggiungimento dei 65 anni di età.

Dati alla mano, Rughetti parla di 5200 dipendenti pubblici, numeri forniti direttamente dall’Inps nel Bollettino per la Camera e riguardanti i lavoratori iscritti alle gestioni pubbliche e cessati dopo il 31 dicembre 2014 al momento dell’entrata in vigore del decreto Madia.

Dai numeri snocciolati emerge che i lavoratori usciti sotto i 40 anni di anzianità sono un terzo, appena 4 quelli sotto i 30 anni, mentre sono stati 1337 uomini su 2.044 e 857 donne su 3.157 ad andare in pensione a 65 anni di età.

A questi ultimi si aggiungono 2984 pensionamenti avvenuti con i vecchi requisiti, ossia con 61 anni di età e 3 mesi e 36 di contributo o le quote 96, al fine di far fronte alle eccedenze di personale. In particolare per il ministero ad andare in pensione con le regole pre-Fornero sono stati quasi 3mila dipendenti. Infine risulta una minoranza molto esigua quella dei lavoratori fatti uscire con meno di 30 anni di contributi. (Aca)