di Francesco Lomartire (SPDR ETFs)

Quattro motivi di ottimismo verso il debito emergente in valuta locale

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Il debito emergente in valuta locale ha messo a segno rendimenti pari al 3,55% nel primo trimestre di quest’anno. Tuttavia, alcuni avvenimenti di aprile, come l’annuncio di nuove sanzioni russe, il superamento del 3% del rendimento del Treasury USA decennale e il rafforzamento del dollaro, hanno esercitato una certa pressione su questi rendimenti.

L’asset class potrebbe andare incontro a ulteriori venti contrari che però, a nostro avviso, non saranno sufficienti per frenare la performance. Ecco i motivi per cui continuiamo a mantenere un outlook positivo nei confronti del debito emergente in valuta locale.

1) Lo scenario macroeconomico offre sostegno

Le economie dei mercati emergenti in generale stanno riportando letture stabili sull’inflazione e una crescita economica positiva. L’outlook sull’inflazione per le economie che pesano maggiormente negli indici sul debito dei mercati emergenti appare sotto controllo, mentre si prevede una crescita in aumento dal 4,9% su base annuale nel 2018 al 5% nel 2019, stando ai dati di Bloomberg.

2) Il rischio geopolitico è contenuto

Il rischio geopolitico sembra essersi ridotto rispetto ai primi mesi dell’anno, soprattutto nella penisola coreana. Le sanzioni russe, annunciate di recente, hanno contagiato solo in minima parte i mercati emergenti. La principale differenza tra la situazione attuale e la crisi di Crimea del 2014-2015 – nel corso della quale sono state implementate una raffica di sanzioni da cui è derivato un rallentamento significativo dell’economia russa – sta nel prezzo del petrolio.

Nel 2014-2015, il prezzo del greggio si stava muovendo lungo una spirale ribassista, mentre ora il trend è rialzista. All’epoca, il calo delle quotazioni del petrolio ha avuto un’importanza di gran lunga maggiore rispetto al sentiment negativo provocato dalle sanzioni, in quanto la Russia è uno dei principali Paesi esportatori di greggio. Oggi, al contrario, il prezzo dell’oro nero rappresenta un elemento di supporto per il debito dei mercati emergenti in valuta locale.

3) La normalizzazione dei tassi nei mercati avanzati: un processo graduale

Nonostante il rendimento dei Treasury decennali abbia superato il 3%, non è previsto un incremento significativo dei rendimenti da qui a fine anno. È chiaro che molto dipenderà dal ritmo di accelerazione dell’inflazione e dal continuo rischio geopolitico latente. Il differenziale tra il rendimento reale di economie avanzate ed emergenti dovrebbe rimanere interessante per gli investitori nei mercati emergenti.

4) Nessuna attesa per rafforzamenti significativi del dollaro

L’andamento dei mercati valutari può essere un driver importante della performance del debito emergente in valuta locale. Di recente, abbiamo assistito a un periodo di indebolimento del dollaro USA, di cui hanno beneficiato le performance degli emergenti.

Un’accelerazione nel percorso di normalizzazione dei tassi statunitensi potrebbe portare a un rafforzamento del biglietto verde. Tuttavia, in questa fase, non sono previsti rafforzamenti della moneta USA rispetto alle divise emergenti entro la fine dell’anno.