Economia

OpenAI perde 540 milioni per sviluppare Chat GPT

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Chat GPT manda i conti in rosso di OpenAI. La società ha perso qualcosa come 540 milioni di dollari. Su questa cifra hanno inciso in maniera determinante i costi proprio per la finalizzazione di Chat GPT.

La maggior parte dei costi che sono stati determinati dal potere di calcolo del computer, che è necessario per l’elaborazione e il funzionamento dei dati per i cosiddetti Llm, ossia i large language model.

I costi per sviluppare Chat GPT

I costi per sviluppare Chat GPT si stanno rilevando molto alti e difficilmente sostenibili per OpenAI. L’investimento annunciato da Microsoft da 10 miliardi di dollari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale non sarebbe sufficiente, così come gli abbonamenti premium potrebbero rivelarsi vani per coprire i costi di sviluppo dell’intelligenza artificiale.

OpenAI, la casa madre dell’intelligenza artificiale più famosa al mondo, ha chiuso il 2022 con una perdita pari a 540 milioni di dollari. Una situazione che non appare insolita, almeno per una realtà che da poco è uscita dalla fase di startup. Per lo sviluppo del chatbot Microsoft ha stanziato qualcosa come 10 miliardi di dollari: un investimento importante, che però potrebbe dimostrarsi insufficiente, se non dovessero arrivare delle nuove e convincenti fonti di ricavi.

Guidata da Sam Altman e, almeno in un primo momento, co-fondata da Elon Musk, OpenAI non è una società quotata in Borsa. Non è quindi obbligata a divulgare i propri risultati finanziari. Alcuni analisti hanno cercato di capire perché Chat GPT risulti essere tanto costoso per la casa madre. Dylan Patel, capo analista della società di consulenza SemiAnalysis, nel corso di un’intervista rilasciata a “The Information” ha spiegato che la potenza computazionale necessaria per l’addestramento della chatbot richiede una spesa pari a 700 mila dollari al giorno. In un anno la spesa lievita a 256 milioni di dollari.

Queste enormi spese sono da imputare al potere di calcolo dei computer, che risultano essere necessari per elaborare i cosiddetti Llm, ossia i large language model. Stiamo parlando, in estrema sintesi, dei modelli linguistici che permettono ai vari progetti come Chat GPT di capire il linguaggio umano e fornire delle risposte all’interno di una conversazione.

Altman vuole raccogliere 100 miliardi

Secondo una stima del portale “CB Insights”, OpenAI, diventata unicorno nel corso del mese di luglio 2019, ora come ora vale 20 miliardi di dollari e risulta essere l’undicesimo unicorno a livello mondiale. Altre stime la valutano sui 30 miliardi di dollari.

Al di là delle varie stime della società, allo stato attuale il vero problema è costituito dai finanziamenti. Nel corso di una recente dichiarazione pubblica, Sam Altman ha affermato di essere fiducioso che l’esempio di Microsoft possa essere seguito da altre aziende e che l’azienda, nel corso dei prossimi anni, possa essere in grado di raccogliere altri 100 miliardi di finanziamenti.

Quello che è più che mai urgente per la società, ora come ora, è trovare un modello di business sostenibile. Nel corso del mese di febbraio OpenAI ha lanciato il canone di abbonamento Chat GPT Plus, il cui prezzo è di 20 dollari al mese. Un simile modello di sottoscrizioni, però, non è sufficiente per risanare i conti della società. La versione Plus dell’abbonamento permette ai clienti di accedere a dei servizi più avanzati, che richiedono una maggiore potenza di elaborazione.

L’interesse intorno all’intelligenza artificiale non sembra scemare. Adesso è necessario capire se, nel momento in cui Chat GPT viene definitivamente integrato con il motore di ricerca Bing di casa Microsoft, possa far cassa con i dati e gli inserzionisti pubblicitari.