Economia

Nuove polemiche Renzi-Bruxelles su fondi Turchia

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NEW YORK (WSI) – Ancora un botta e risposta tra il primo ministro Matteo Renzi e la Commissione Ue. Questa volta la polemica tra Roma e Bruxelles prende le mosse dagli eventuali contributi degli Stati al fondo da tre miliardi di euro per la gestione dei migranti in Turchia, che secondo quanto affermato dall’esecutivo dell’Unione europea, non saranno inseriti nel calcolo del deficit e del debito nazionali.

Una decisione accolta positivamente da Roma, anche se restano sul tavolo molte incertezze in merito alla cosiddetta clausola migranti: si tratta di un margine di flessibilità lasciato ai singoli Stati, che possono spendere fino allo 0,2% del Pil per far fronte all’emergenza migranti senza che tale cifra venga conteggiata all’interno del deficit (che in base ai trattati europei non può superare il 3% e si deve attestare su una soglia concordata con l’esecutivo di Bruxelles).

Renzi ha definito illogico e assurdo consentire lo sforamento del patto di Stabilità per i fondi da distribuire in Turchia e non già per quanto l’Italia dovrà fare sul proprio territorio con l’allestimento degli hotspots e la predisposizione della struttura per l’accoglienza e la registrazione dei profughi provenienti dal Mediterraneo.

“Noi italiani pensiamo che i migranti siano tutti uguali. Non è possibile considerare le vite da salvare nel Mar Egeo diverse da quelle da salvare nel Mar Tirreno. Il fatto che le spese per salvare i bambini che navigano dalla Turchia alla Grecia siano fuori dal Patto di Stabilità è finalmente un fatto positivo. Pensare di considerare in modo diverso le spese per salvare i bambini eritrei che arrivano in Sicilia mi sembra assurdo e illogico. Solo una perversione burocratica può fare distinzioni tra le vite da salvare”

ha detto Renzi, specificando che:

“Non cadiamo nelle provocazioni. A questo punto noi daremo il nostro contributo alla Turchia per salvare esseri umani. E faremo ogni sforzo per salvare vite umane nel Mediterraneo: abbiamo salvato migliaia di vite mentre l’Europa si girava dall’altra parte. Continueremo a farlo, perché prima del Patto di stabilità c’è un patto di umanità. Che noi non rinnegheremo mai. Se poi vogliono aprire una procedura contro l’Italia, facciano pure: noi andiamo avanti. Per noi Europa significa valori e ideali, non polemiche da professionisti dello zero virgola”.