Economia

Napoli, quanto vale il tesoro di De Laurentiis?

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Dopo un’attesa durata 33 anni, ieri sera il Napoli si è ufficialmente laureato campione d’Italia per la terza volta nella sua storia.

Un successo dai molteplici risvolti economici per la società calcistica del presidente Aurelio De Laurentiis, che si trova fra le mani un vero e proprio tesoro.

Ecco tutti i numeri del club partenopeo.

Il valore di mercato della rosa del Napoli

Partiamo innanzitutto dai calciatori, i protagonisti della cavalcata trionfale che ha riportato il Napoli sul tetto d’Italia per la prima volta dai tempi di Maradona. Secondo il sito specializzato transfermarkt, il valore di mercato della rosa dell’SSC Napoli si attesta a 629 milioni.

Tra i giocatori spicca l’attaccante nigeriano Viktor Osimhen, il cui valore di mercato si attesta a 100 milioni di euro. Dietro di lui il georgiano Khvicha Kvaratskhelia (85 milioni), il difensore coreano Min-jae Kim (50 milioni) e i centrocampisti Piotr Zielinski e Frank Anguissa, valutati entrambi 40 milioni.

Particolarmente significativa la seguente grafica che mostra i maggiori incrementi di valore rispetto all’esordio con la maglia del Napoli: la valutazione di Kvaratskhelia è cresciuta di 70 milioni, quella di Osimhen di 60 milioni e quella di Kim di 36 milioni. Da sottolineare che per il georgiano e il coreano la rivalutazione è interamente figlia di questa magica stagione, essendo stati acquistati nell’estate scorsa.

(Il valore di mercato non corrisponde con il prezzo pagato per il cartellino dei giocatori ma riflette una molteplicità di fattori presi in considerazione da transfermarkt.it)

Gestione economica oculata

A questo punto è doveroso rendere i giusti meriti alla strategia adottata negli ultimi anni dal club di De Laurentiis. Dal suo insediamento, nel 2004, la società ha cercato di costruire una squadra competitiva mantenendo una grande attenzione per l’equilibrio economico finanziario, contenendo le spese per staff e infrastrutture e investendo su asset potenzialmente più redditizi.

Come riportato da Calcio e Finanza, “il Napoli nell’era De Laurentiis ha investito circa 962 milioni di euro nei calciatori, a fronte di un cash-flow generato pari a 985 milioni di euro: significa che oltre il 95% delle risorse finanziarie prodotte è stata investita in calciatori”.

Cessioni illustri e aspetti anagrafici

Anche dal lato delle cessioni, il Napoli ha sempre cercato di massimizzare le entrate come avvenuto nel caso del celebre trasferimento di Gonzalo Higuain agli odiati rivali della Juventus per 90 milioni di euro, nel 2016, immediatamente dopo il record di 36 gol in Serie A dell’attaccante argentino.

In quest’ottica, assumono ancora più rilevanza le partenze dei senatori Mertens, Koulibaly e Insigne al termine della stagione 2021/2022, che hanno permesso di abbattere il monte ingaggi. I loro sostituti, grazie all’abilità del direttore sportivo Cristano Giuntoli e del suo entourage, non hanno solo abbassato l’età media della squadra ma hanno persino garantito prestazioni sul campo in grado di non far rimpiangere i loro predecessori.

Da sottolineare l’età media complessiva contenuta della rosa, pari a 26,1 anni, con una distribuzione equilibrata tra i ruoli: portieri 24,5 anni, difensori 28 anni, centrocampisti 25,9 anni e attaccanti 25,1 anni. Un aspetto particolarmente significativo considerando che i calciatori sono asset deteriorabili e che atleti giovani hanno più probabilità di preservare il proprio valore nel tempo.

I ricavi dai diritti tv

Veniamo ora alle entrate relative ai diritti tv, che storicamente rappresentano circa metà dei ricavi del Napoli (mediamente pari a oltre 180 milioni complessivi).

La vittoria dello Scudetto frutterà al club partenopeo una cifra di poco inferiore ai 26 milioni tra diritti della Serie A e della Champions League, più il premio per la partecipazione alla Supercoppa italiana, che dall’anno prossimo si assegnerà attraverso un minitorneo a quattro squadre.

Nel dettaglio, le risorse complessive distribuite dalla Serie A ammontano a circa 122 milioni di euro e il Napoli ne incasserà circa il 12% in virtù del primo posto in classifica, ovvero un importo intorno ai 19 milioni.

A questi si sommeranno i diritti tv assegnati dalla Uefa per la partecipazione alla Champions League. Alle società italiane spettano 34,2 milioni nel triennio 2021-2024, di cui il 20% (circa 6,8 milioni) assegnati alla prima classificata del campionato nella stagione attuale. Ulteriori ricavi potranno essere incassati in base al cammino europeo della prossima stagione.

Quest’anno la partecipazione alla Champions League, terminata ai quarti di finale dopo l’eliminazione per mano del Milan, ha fruttato al Napoli complessivamente 77,95 milioni di euro, tra premi partecipazione, diritti tv, risultati delle partite e passaggi dei turni (esclusi gli incassi dallo stadio per le partite casalinghe).

Infine, per quanto riguarda la Supercoppa, i premi non sono ancora stati definiti, ma l’accordo tra la Lega e l’Arabia Saudita vale 23 milioni per ogni edizione.

Altri impatti economici

Ultimo, ma non per importanza, lo Scudetto potrà comportare significativi incrementi in termini di sponsorizzazioni tecniche e commerciali.

I migliori partner saranno pronti a ricoprire d’oro la società per sponsor relativi a divisa ufficiale, stadio, tournée e altre varie partnership. Per un termine di paragone, come sottolineato da Milano Finanza, il Milan campione d’Italia nella stagione 2021/2022 ha poi visto crescere le entrate da sponsor fino al 40%.