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Milan-Napoli: rose a confronto, ecco quanto vale la Champions League

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Il primo atto dell’atteso quarto di finale di Champions League tra Milan e Napoli si è concluso con la vittoria dei rossoneri per 1 rete a 0. Un vantaggio di misura, che la squadra allenata da Pioli dovrà difendere tra meno di una settimana allo stadio Maradona. Il passaggio al turno successivo resta apertissimo, ma il testa a testa tra i campioni d’Italia in carica e i prossimi vincitori dello scudetto va oltre il campo: vediamo di seguito un più ampio confronto tra le due squadre, che spazia dal valore delle rose ai guadagni realizzati in questa Champions League.

Valori di mercato delle due rose

Secondo i dati del sito specializzato transfermarkt, la rosa dell’AC Milan ha un valore di mercato pari a 547,25 milioni di euro, contro i 629 milioni dell’SSC Napoli.

La stella dei rossoneri è l’attaccante portoghese Rafael Leao, valutato 80 milioni di euro. Seguono il terzino Theo Hernandez (60 milioni), il mediano Sandro Tonali (50 milioni), il difensore centrale Fikayo Tomori (45 milioni) e il centrocampista algerini Ismael Bennacer (40 milioni).

Dall’altra parte, primeggia la punta Viktor Osimhen, con un valore di mercato di 100 milioni di euro. Dietro di lui la rivelazione Khvicha Kvaratskhelia (85 milioni), lo stopper coreano Min-jae Kim (50 milioni) e i centrocampisti Piotr Zielinski e Frank Anguissa, valutati entrambi 40 milioni.

Dati anagrafici delle squadre

La rosa del Milan ha un’età media di 26,9 anni, un valore fortemente condizionato dai veterani dell’attacco Zlatan Ibrahimovic e Olivier Giroud (rispettivamente 41 e 37 anni) e dai portieri di riserva Ciprian Tatarusanu (37) e Antonio Mirante (39). Questi elementi alzano l’età media degli attaccanti e dei portieri rispettivamente a 30 e 31,75 anni, contro 25,6 della difesa e 23,8 del centrocampo. Un dato che farà riflettere la dirigenza rossonera, chiamata a svecchiare i due reparti nelle prossime campagne acquisti.

Per quanto riguarda il Napoli, l’età media complessiva è pari a 26,1 anni, con una distribuzione più equilibrata: portieri 24,5 anni, difensori 28 anni, centrocampisti 25,9 anni e attaccanti 25,1 anni, a dimostrazione dell’oculata gestione anagrafica da parte dei vertici sportivi del club partenopeo.

Le due proprietà

Il controllo del Napoli è detenuto da FilmAuro, l’azienda attiva nella produzione e distribuzione cinematografica e dell’home video fondata da Luigi De Laurentiis e dal figlio Aurelio. Quest’ultimo è l’attuale presidente del Napoli calcio.

Più complessa la compagine azionaria del Milan, dopo l’operazione tramite la quale il fondo americano Elliott ha ceduto la società a RedBird Capital del finanziere Gerry Cardinale. Nell’ambito del passaggio di proprietà, Elliott ha garantito un vendor loan da 600 milioni a RedBird al 7% di interesse. Nessuna persona fisica in ultima istanza detiene più del 10% del club e controlla il Milan, anche se fonti vicine a RedBird indicano comunque Cardinale come titolare effettivo.

La disputa fra Elliott e Blue Skye Financial Partners

La cessione del Milan a RedBird ha innescato un contenzioso legale tra Elliott e gli ex azionisti della società Blue Skye Financial Partners dei finanzieri Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo, come riportato dal Corriere della Sera. Questi ultimi hanno chiesto al Tribunale fallimentare di Milano di dichiarare l’insolvenza delle due società lussemburghesi Rossoneri Sport sarl e Project Redblack sarl (partecipate da Blue Skye complessivamente con il 4,27%), tramite cui Elliott controllava il Milan con il 95,73%.

In particolare, Blue Skye denuncia “una perdita di garanzia sul finanziamento per oltre 100 milioni”, dopo un presunto trasferimento di denaro da parte di Elliott che avrebbe lasciato soltanto 46 milioni nelle casse di Rossoneri Sport e Project Redblack. L’udienza si terrà il prossimo 24 maggio. In ogni caso, la questione non riguarda di fatto né il club né RedBird, ma esclusivamente Blue Skye ed Elliott.

Come segnalato dal sito BeBeez.it, Blue Skye investe per conto di altri investitori, tra i quali Arena Investments, co-fondata da Dan Zwirn, che lo scorso luglio ha commentato a Calcioefinanza: “La loro società, Blue Skye, è una delle oltre 40 joint venture che Arena Investors ha in tutto il mondo, dove vanta investimenti privati ​​in oltre 20 Paesi. Non è esclusiva in nessuna delle due direzioni. Vista la lunga relazione, siamo ovviamente profondamente delusi dalla situazione attuale”.

Quanto contestato da Blue Skye, precisa il sito, farebbe riferimento al fatto di non aver mai avuto notizie sulla vendita del Milan a RedBird, con una derivante presunta condotta fraudolenta ai suoi danni per la mancanza  di un’asta che avrebbe consentito di guadagnare di più. Da Elliott non sono arrivati commenti, ma lo scorso 30 giugno il fondo aveva detto che, “dopo l’annuncio della vendita di AC Milan a RedBird, Blue Skye ha avviato una serie di contenziosi frivoli e vessatori in Lussemburgo e ora a New York, che Elliott e il co-investitore Arena Investors considerano nient’altro che un tentativo di estrarre un valore a cui Blue Skye non ha diritto”.

Gli incassi dalla Champions League

Fino a questo momento la partecipazione a questa edizione della Champions League ha fruttato al Napoli ben 77,95 milioni di euro, mentre il Milan ha raccolto sinora 71,41 milioni.

Questi dati comprendono: 15,64 milioni di premio per la partecipazione alla fase a gironi; i premi di 2,8 milioni per ogni vittoria e 930 mila euro per ogni pareggio nella fase a gironi; 9,6 milioni previsti per la vittoria del girone (per il Napoli); la quota di ridistribuzione dei premi non assegnati; i bonus per i passaggi dei turni; la quota prevista in base al ranking decennale.

Gli incassi complessivi sono già depurati dalle sanzioni che la UEFA ha comminato ai club per le violazioni del Fair Play Finanziario, e che la Federcalcio europea ha deciso di trattenere dai premi per i risultati nelle sue competizioni.

Guadagni destinati a salire con il passaggio del turno

In caso di accesso alla semifinale, secondo quanto riportato dal sito Calcio e Finanza, il Napoli raggiungerebbe 91,14 milioni di euro, mentre il Milan arriverebbe a 84,6 milioni di euro.

E visto che sognare non costa nulla, l’eventuale vittoria del torneo da parte di una delle due porterebbe in cassa ulteriori 23,5 milioni, aumentando gli introiti complessivi a superare i 100 milioni.

A queste somme vanno poi aggiunti gli incassi da botteghino: nell’incontro di ieri sera, svoltosi nello stadio Giuseppe Meazza di Milano, sono stati registrati 8.507.542 euro, con 74.742 spettatori, mentre nel turno precedente Milan Tottenham aveva totalizzato un incasso di 9,1 milioni. Un’eventuale semifinale farebbe ulteriormente lievitare le cifre.

Il tutto, senza contare il guadagno di immagine e la conseguente rivalutazione delle rose che le vittorie sono in grado di determinare.

La gestione dei diritti tv

Una delle componenti principali che determinano i ricavi complessivi dei club sono i diritti televisivi che i broadcaster pagano alla UEFA per la trasmissione delle partite. La Uefa incasserà quasi un miliardo dalla vendita dei diritti per la Champions League 2024/2027 da Sky e Amazon, con quest’ultima che continuerà a garantire la miglior partita del mercoledì.

Per una migliore gestione dei diritti televisivi, è stata siglata poche settimane fa una joint venture tra la UEFA e l’ECA (l’associazione dei club europei). Il sodalizio dovrebbe consentire in futuro una distribuzione più efficiente dei proventi delle coppe europee, consentendo ai club del Vecchio Continente un maggior coinvolgimento nell’assegnazione dei diritti TV.