Economia

Mutuo a tasso variabile, di quanto può salire dopo le decisioni della Bce?

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Quale sarà, nel corso dei prossimi mesi, il destino di quanti hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile? La Banca Centrale Europea il 4 maggio ha annunciato un nuovo rialzo del costo del denaro di 25 punti base.

Che cosa comporterà questa decisione, per le famiglie che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile? Secondo le simulazioni di Facile.it questo potrebbe comportare l’aumento di 237 euro della rata mensile rispetto all’inizio del 2022. Il costo mensile di un mutuo a tasso variabile registrerebbe un incremento del 52%.

Mutuo a tasso variabile: le simulazioni

Cerchiamo di capire come siano cresciute le rate di un mutuo fino ad oggi, ma soprattutto come potrebbero crescere nel corso dei prossimi mesi, nel caso in cui la Bce dovesse decidere per un nuovo rialzo del costo del denaro. Facile.it ha preso in considerazione un mutuo a tasso variabile da 126.000 euro, rimborsabile nell’arco di 25 anni, che è stato sottoscritto nel corso del mese di gennaio 2022.

Per effettuare questa analisi, il Tan di partenza preso in considerazione è pari a 0,67% e corrisponde ad una rata mensile pari a 456 euro. La Bce, nel corso di questi mesi, ha aumentato varie volte il costo del denaro per contrastare l’inflazione: di conseguenze il tasso del mutuo variabile tipo ha registrato degli incrementi molto importanti, arrivando a superare, nel corso del mese di aprile 2023, il 4,10%. Nel caso in cui dovesse arrivare un nuovo rialzo – quello previsto è dello 0,25% – la rata mensile del mutuo preso in esame potrebbe arrivare a sfiorare 693 euro, che corrisponde al 52% in più rispetto a quella iniziale. Gli esperti di Facile.it spiegano:

“Se è vero che l’Euribor si muove in base alle aspettative dei tassi Bce, non è detto che lo faccia in modo analogo, quindi bisognerà aspettare ancora un pochino per capire come cambieranno nel concreto le rate. È bene ricordare, però, che l’impatto degli aumenti sarà diverso per ciascun mutuatario in base all’importo residuo del finanziamento e al numero di rate ancora da pagare: più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto”.

Cosa potrebbe accadere a settembre

Soffermandosi, invece, sulle aspettative di mercato – in questo caso Facile.it basa la propria ipotesi sui future sugli Euribor aggiornati al 26 aprile 2023 – si scopre che gli aumenti potrebbero continuare anche nel corso dei prossimi mesi. Secondo gli esperti l’Euribor a tre mesi potrebbe non smettere “di salire raggiungendo il suo picco a settembre 2023 con un valore intorno al 3,76%; se queste previsioni fossero corrette, il tasso del mutuo medio preso in esame supererebbe la soglia psicologica del 5%, con una rata di circa 737 euro, vale a dire oltre 280 euro in più rispetto a quella di gennaio 2022”.

Sempre secondo le aspettative, da questo punto in poi la tendenza potrebbe invertirsi: i tassi, secondo Facile.it, potrebbero iniziare a scendere. Le quotazioni di giugno 2024 stimano l’Euribor a 3 mesi intorno al 3,22%, vale a dire una rata mensile pari a 698 euro.

Le famiglie e i consumatori, a questo punto, verso quali tassi si possono orientare, nel momento in cui dovessero scegliere un mutuo? Le banche, in questo periodo, stanno spingendo sui tassi fissi, soprattutto quando i clienti sottoscrivono dei finanziamenti di lunga durata. Questo porta a proporre spread bassi e tassi finali particolarmente competitivi. Se uniamo anche la prospettiva di crescita dei tassi variabili, è evidente come in questa fase la prima opzione da valutare sia quella del mutuo a tasso fisso, che non solo garantisce la stabilità della rata ma, dati alla mano, è addirittura più conveniente rispetto alla rata di partenza di un mutuo variabile.