Economia

Mutui, tassi oltre il 4% dopo i rialzi della Bce

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Nuovo aumento a marzo per il costo del denaro erogato dalle banche, secondo quanto si legge nel report dell’Abi (Associazione bancaria italiana). Inoltre, l’Abi afferma che in futuro “sicuramente ci saranno ulteriori rialzi” dei tassi questo in scia dei rialzi dei tassi della Bce. Nell’ultima riunione di marzo la Bce ha alzato i tassi di 50 punti base, portando così il tasso medio sui prestiti al 3,81% dal 3,65% di febbraio, tornando ai livelli di giugno 2014. Il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle imprese è salito al 3,90% dal 3,55%, ai livelli di gennaio 2012.

Balzano i tassi sui mutui

Secondo quanto mettono in evidenza i numeri dell’Abi a marzo 2023, a seguito dei rialzi della Bce, i tassi sui nuovi mutui sforano la soglia del 4%. In particolare, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è tornato a valori di maggio 2012, salendo al 4% dal 3,76% di febbraio e tornando ai livelli di maggio 2012.

Prestiti alle famiglie in calo

Non solo mutui: anche i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati dello 0,5% nel mese di marzo rispetto all’anno prima ma in calo rispetto al mese precedente (+1%). Secondo quanto si apprende dal report dell’Abi a febbraio 2023, i prestiti alle imprese erano diminuiti dello 0,5% e alle famiglie erano cresciuti del 2,5%.

Mentre sale il tasso medio sui prestiti al 3,81% rispetto al 3,65% nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007. Lo stesso vale anche per il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese attestatosi a marzo al 3,9%.

Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a febbraio 2023 sono state 15,5 miliardi di euro, in lieve aumento (erano 14,2 miliardi a dicembre 2022 e 15,3 miliardi a gennaio 2023) e inferiori di circa 2,4 miliardi rispetto a febbraio 2022. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi) il calo è di 73,3 miliardi.

La raccolta da clientela in calo

Secondo quanto si legge nel report dell’Abi, a marzo, la dinamica della raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata in calo dell’1,6% su base annua.

Nel dettaglio, i depositi sono scesi del 2,9% rispetto a un anno prima, mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+10,9%).

La riduzione dei depositi è causata prevalentemente dalle imprese che avevano registrato tra dicembre 2019 e luglio 2022 un incremento dei depositi di oltre 130 miliardi di euro, mentre per la raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche si rileva un incremento di circa 163 miliardi tra febbraio 2022 e febbraio 2023, di cui 88,7 miliardi riconducibili alle famiglie, 27,9 alle imprese e il restante agli altri settori.