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MUPPIES: NUOVI PROTAGONISTI DELL’ECONOMIA DIGITALE

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E’ un fenomeno tipicamente europeo, anche se trae linfa dalle
interconnessioni globali che Internet agevola ed è destinato a
sorprendere
anche chi fino ad ora si è dimostrato scettico. I Muppies (Multimedia
Urban
People Pushing Internet Economy) sono molto più di una nuova categoria
sociologica o di un neologismo appena creato. Sono uno stile di vita,
un
modo di essere e di pensare la tecnologia, uno tanti mille modi di
vivere
in rete. Né Yuppies né Muppets ma…Muppies! Coniato in Italia, il
termine
si sta diffondendo in Europa e negli Stati Uniti, raccogliendo le prime
adesioni.

Per decenni l’industria dell’alta tecnologia statunitense ha avuto il
Giappone come incubo a cui guardare con sospetto. Chi sia stato nella
Silicon Valley [http://www.thetech.org/revolutionaries/] ha potuto
percepire la storia delle relazioni contrastate tra le due coste del
Pacifico. La comunità asiatica negli Stati Uniti
[http://www.asianweek.com/mediakit/US.html] oggi è ben inserita, ma un
tempo era discriminata.
Ora un nuovo scenario si sta aprendo. L’Europa, vista da fuori come il
vecchio continente dominato dalla tradizione (che i francesi chiamano
heritage), rappresentata negli studi sociologici come un insieme di
paesi
che faticano a armonizzare le politiche e le economie anche per il peso
della burocrazia, ridicolizzata per la modesta diffusione dei computer
nelle scuole e nelle case, questa stessa Europa sembra avere risorse
che
potranno finalmente essere spese nel nuovo millennio. Una di queste è
il
network sociale, in passato spesso identificato oltreoceano come indice
di
arretratezza (chi non ha dovuto spiegare a qualche amico americano che
la
rete degli “amici degli amici” non è necessariamente sinonimo di
mafia?).

Il boom del wireless, dei telefonini non trionfa solo in Italia: i GSM
(non
chiamiamoli cellulari, please!) sono entrati prepotentemente nella vita
sociale e lavorativa delle persone secondo modalità che per alcuni
potranno
anche essere sorprendenti ma che ad altri sembrano del tutto naturali:
gli
esseri umani amano comunicare e costruire relazioni. Gli americani sono
stupiti e non hanno ancora fatto i conti con il fatto che, come
sostiene P.
Zachary in un articolo apparso recentemente su “Technology Review”
[http://www.cselt.com/Cselt/PUBBLI/techreview/n4_1999/index.htm], la
capacità di innovare è presente soprattutto ai margini della vecchia
Europa. L’esempio della Finlandia e è illuminante, ma non è escluso che
anche nel Sud Europa qualcosa si stia muovendo e il connubio tra
“Borderless and Wireless” [http://www.digitalobservatory.com] trovi
linfa
proprio qui da noi.

E allora viene spontaneo tornare ad alcuni passi del Calvino
[http://www.chass.utoronto.ca/chass/rescentre/italian/24maggio.html]
delle
Lezioni Americane che nella Leggerezza scrive:

“Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla
pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non
sto
parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo
cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un’altra ottica,
un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini
di
leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni
dalla
realtà del presente e del futuro…Ma se la letteratura non basta ad
assicurarmi che non sto solo inseguendo dei sogni, cerco nella scienza
alimento per le mie visioni in cui ogni pesantezza viene
dissolta…Oggi
ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si
regge
su entità sottilissime: come i messaggi del DNA, gli impulsi dei
neuroni, i
quarks, i neutrini vaganti nello spazio dall’inizio dei tempi…Poi,
l’informatica.”

La tecnologia è pervasiva, i telefonini, i computer sono oggetti
evocativi,
macchine che entrano nella nostra vita e la trasformano, influenzando
il
nostro modo di vivere, di pensare, di lavorare, di amare, di
fantasticare,
metafore che permettono di parlare d’altro con un certo distacco, di
raccontare sé stessi in relazione ad altri, di sperimentare nuove forme
di
comunicazione attraverso il ricordo e l’immaginazione.
E’ una trasformazione che è appena cominciata e che i Muppies stanno
cogliendo prima di altri. Sono giovani trentenni, uomini e donne con
diversi background, che hanno vissuto in più paesi europei (e talvolta
negli Stati Uniti), che parlano più lingue e che si sono buttati in
Internet con l’idea di far crescere la rete e di crescere insieme ad
essa.
Scrive Paolo Barbesino nel “Manifesto” [http://www.wmtools.com].

“Quando abbiamo iniziato a guardarci intorno e a chiederci chi
effettivamente stesse facendo crescere Internet in Italia facendolo
uscire
dallo stato pionieristico abbiamo trovato figure particolari. Molto
difficilmente si trattava di protagonisti dell’economia tradizionale
con un
record di successi consolidati da poter vantare di fronte al pubblico,
agli
investitori pubblicitari, ai partner finanziari. Sono spesso giovani
professionisti che vivono la comunicazione come un mix di tecnologia,
organizzazione e marketing, che masticano di java con la stessa
facilità
con cui marlano di memes.”

I Muppies stanno cavalcando un cambiamento che è nell’aria che è al
contempo uno stile di vita, un modo di essere e uno slogan: “share what
you
have”, condividi ciò che hai. Con la rivoluzione digitale sono le idee
che
rendono ricchi ma soprattutto la capacità di scambiarle, moltiplicarle
e
diffonderle. Per lavorare nell’industria high-tech infatti ci vuole
curiosità intellettuale e un desiderio che vada oltre il “fare soldi”.
E’
necessario sposare una visione che ponga al centro il cambiamento e la
trasformazione, perché questo è ciò che permette la tecnologia in
questo
scorcio di fine millennio. I Muppies sono spesso low-tech people che
lavorano in un high-tech environment e che associano la tecnologia e
l’economia all’arte, alla filosofia, alle scienze umane.

Lo scenario è radicalmente nuovo. I Muppies non sono in antagonismo col
passato ma lo trasformano pensando al presente come a un attimo appena
scoccato. Sanno trasmettere nuove energie perché sono capaci di
guardare
sempre un po’ più in là, lateralmente, cogliendo la sfida della
leggerezza
e della rapidità. I Muppies sanno mettersi tra parentesi ma non vivono
tra
una parentesi e l’altra, piuttosto sviluppano la capacità di
transitare,
attraversare mondi paralleli. Sanno collaborare in team, spesso
lavorano in
network e rimangono interconnessi…sempre, guai a staccare la spina!

Paola Schellenbaum

Antropologa culturale, Milano