Economia

Mps-Unicredit: trattative in salita, arriva l’aut aut di Orcel

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Tutte in salita le trattative tra Tesoro e Unicredit sul dossier Mps. Secondo indiscrezioni riportate dal Messaggero, l’a.d. di Unicredit Andrea Orcel avrebbe posto un aut-aut allo Stato, azionista della banca senese con il 64%: o si raggiunge un accordo quadro entro il 27 ottobre, giorno dell’approvazione della trimestrale, che sarà poi diramata ai mercati il giorno successivo, 28 ottobre, oppure la banca milanese potrebbe dire addio ai piani su Rocca Salimbeni.

Secondo il quotidiano romano, le discussioni tre le parti in campo si sarebbero complicate per le richieste di Orcel, che preferisce una soluzione spezzatino, e la difficoltà di trovare un compromesso.

La banca milanese procederebbe dunque alle nozze con Mps, ma senza le sue quattro partecipate, senza i suoi Npl e Utp mentre sarebbe disposta ad integrare la banca online Widiba e gli sportelli del Centro e Nord Italia. Il numero uno di UniCredit chiede anche “un adeguamento della copertura sui crediti, esuberi, Dta e 300 filiali in meno, quindi circa il 65% dell’attuale gruppo”.

Financial Times: difficile accordo entro il 28 ottobre

Che le cose non stiano andando nel verso giusto se ne è accorto anche il Financial Times: per il quotidiano britannico, ci sarebbe meno del 50% di possibilità che la trattativa vada in porto e, soprattutto, meno del 5% che questo succeda entro il 28 ottobre.

Già la lunga permanenza di Unicredit nella data room di Mps aveva fatto capire che qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Secondo il FT, infatti, l’iniezione di capitale che lo Stato avrebbe deciso di accordare sarebbe stato nell’ordine dei 2-2,5 miliardi, mentre Orcel ne chiederebbe il doppio.

Restano dunque molti nodi da sciogliere. Tutto questo mentre al momento, di certo c’è la richiesta dell’Ue di un disimpegno del Tesoro da Siena entro il 31 dicembre.

Ricordiamo che a fine luglio, UniCredit ha comunicato le trattative esclusive col ministero dell’Economia su Mps per un’operazione ad impatto zero sui coefficienti patrimoniali e con una crescita di valore pari al 10% in termini di utili per azioni. In assenza di questi requisiti, la banca potrebbe guardare altrove, visto che non mancano opzioni.

Mps Unicredit: l’opinione degli analisti

Gli analisti di Equita SIM, commentato le indiscrezioni, scrivono in una nota:

“Sebbene vediamo ancora UniCredit come il principale interlocutore per Mps, riteniamo che un’eventuale interruzione delle trattative con il Mef possa rappresentare una notizia negativa nel breve termine per UniCredit. Allo stesso tempo però valuteremmo positivamente la disciplina del management nel non dover perseguire la trattativa a tutti i costi (aumentando il rischio di execution del deal e riducendo il potenziale di value-creation). In caso di fallimento dell’operazione UniCredit-Mps vediamo un read-across positivo per Banco BPM, in quanto crediamo possa aumentare l’appeal speculativo in relazione ad un eventuale M&A con UniCredit”.