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Mps, nuove indiscrezioni per gli asset da cedere a Unicredit. Ma la due diligence come va?

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Mentre stringe il tempo per l’esame in esclusiva da parte di Unicredit della reale situazione di Mps al fine di scegliere un selezionato perimetro di asset da rilevare, secondo quanto concordato con il ministero dell’Economia, filtrano altre indiscrezioni sulle intenzioni della banca milanese.

Dal perimetro delle attività di Mps che potrebbero essere rilevate da UniCredit potrebbe rimanere fuori anche la banca d’affari, Mps Capital Services, la Corporate & Investment Bank che ha sede a Firenze e uffici a Milano, Roma, Siena.
Il rischio c’è, stando a quanto scrive Rosario Dimito su Il Messaggero nell’articolo “Mps, si delinea il perimetro UniCredit. La banca d’affari rischia di restare fuori”.

Il quotidiano romano scrive: “Al di là degli NPL, contenziosi, rischi legali, 150 filiali situate in aree dove si creerebbe eccedenza di quote di mercato, l’esclusione della banca d’affari dal perimetro rappresenterebbe davvero una novità sorprendente, perché essa fa parte del cuore di Montepaschi”.

Che fine farebbe la banca d’affari senese, nel caso in cui i rumor dovessero concretizzarsi? E perchè questa esclusione?

Secondo Luigi Pedone di Equita SIM, commentando le indiscrezioni del quotidiano, Mps Capital Services potrebbe finire per essere integrata assieme a circa 150 filiali (presumibilmente nel Sud Italia) nelle attività di Mediocredito Centrale.
Il punto è che Mps Capital Services, sottolinea il Messaggero, verrebbe vista come “una sorta di doppione del Cib di UniCredit”.

Tra le poche certezze, si fa strada quella dell’allungamento dei tempi, dunque una proroga per Unicredit dell’esclusiva oltre la scadenza del 7 settembre.

Resta da capire cosa potrà emergere dalla due diligence di Unicredit visto che la lista degli asset di Mps esclusi dalle negoziazioni potrebbe aumentare ancora.