Economia

MPS: cosa succede a risparmiatori e obbligazionisti

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SIENA (WSI) – Ben 5.500 dipendenti in meno entro il 2021 e il taglio di 600 filiali che scenderanno da 2mila a 1.400. Questi sono i principali sacrifici contenuti nel piano industriale quadriennale di MPS che ieri ha ricevuto il via libera ufficiale da parte dell’Ue. Un piano di ristrutturazione che si basa su precisi pilastri, come scrive Milano Finanza.

Gli obiettivi prefissati sono mbiziosi: entro il 2021 la banca punta a raggiungere un rapporto patrimoniale CET1 del 14,7%, un utile netto superiore agli 1,2 miliardi di euro e un return on equity del 10,7%.

Inolte è prevista la “valorizzazione della clientela retail e Small Business, focus sull’efficienza, per raggiungere un cost/income ratio sotto il 51% nel 2021 (a fine 2016 era del 61,2%) e il ricollocamento dei dipendenti (amministrativi) al settore commerciale,  nuova struttura organizzativa del Chief Landing Officer (Clo) per abbassare il tasso di rischio di 60 punti base e raggiungere un Npe ratio lordo (Not performing exposures, i crediti deteriorati) sotto al 13%”.

Il fondo Atlante II nel frattempo ha annunciato che rileverà il 95% delle tranche junior e Mezzanine, oltre ad impegnarsi nella cartolarizzazione di 26,1 miliardi di euro di crediti deteriorati di Mps. In seguito all’aumento di capitale da 5,4 miliardi di euro, lo Stato diventerà socio al 70% tramite un intervento diretto da 3,9 miliardi.

Mps: cosa succede ai risparmiatori?

I maggiori interrogativi però che derivano dal piano di salvataggio dell’istituto senese guidato da Marco Morelli hanno come oggetto i risparmiatori e un articolo de Il Sole 24 Ore prova a fare il punto rispondendo ai dubbi più frequenti.

In primo luogo si spiega cosa accade ora agli azionisti della banca di Rocca Salimbeni. Il contributo totale che azionisti e obbligazionisti subordinati devono pagare per salvare la banca ammonta a 4,3 miliardi di euro totali. Il destino degli azionisti e obbligazionisti si basa sul principio del burden sharing, ossia la condivisione degli oneri prevista dalla normativa sugli aiuti di Stato all’interno dell’Unione europea.

Come tale, sulla base di tale normativa gli attuali azionisti saranno diluiti e azzerati così come gli obbligazionisti junior istituzionali. Al di fuori delle conseguenze del burden sharing e come tale non verranno minimamente toccati dal salvataggio della banca invece gli obbligazionisti senior.

Rimborso invece per gli obbligazionisti retail, i piccoli investitori che hanno in portafoglio le obbligazioni subordinate destinate ad essere convertite in azioni. In base al decreto salva risparmio, le loro obbligazioni saranno trasformate in azioni della banca e poi scambiate con obbligazioni ordinarie per un valore pari all’investimento iniziale. A decidere sui rimborsi sarà il cda della banca ma a finanziarli sarà lo Stato. Come? Mediante l’acquisto delle azioni nate dalla trasformazione delle obbligazioni subordinate per un valore fino a 1 miliardo e mezzo di euro.

Infine una previsione: le azioni e altri strumenti obbligazionari quotati di Mps torneranno in Borsa forse già a settembre.