Economia

Monte dei Paschi di Siena, l’utile batte le attese

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Monte dei Paschi di Siena ha presentato i conti al 31 marzo 2023. Il gruppo ha archiviato il primo trimestre dell’anno con un utile netto in crescita a 236 milioni di euro. Numeri decisamente positivi se si confrontano con i 10 milioni dello stesso trimestre 2022 e i 156 milioni del quarto trimestre 2022.

Monte dei Paschi di Siena ha presentato un risultato superiore alle attese, registrando una crescita di oltre il 56% del margine di interesse. Il risultato operativo lordo è salito a 414 milioni di euro. Risultano essere in calo gli oneri operativi del primo trimestre a seguito dell’uscita di oltre 4mila dipendenti.

Buone notizie sul fronte dei volumi di raccolta complessiva, che sono stati pari a 177,9 miliardi di euro, registrando una crescita di 3,4 miliardi rispetto al 31 dicembre 2022.

Nella giornata di ieri, 8 maggio 2023, Monte dei Paschi di Siena ha registrato la migliore performance sul listino Ftse Mib: ha messo a segno un rialzo del 5,82% a 2,164 euro. Il titolo ha beneficiato delle indiscrezioni riportate da Reuters, secondo le quali il Ministero dell’Economia potrebbe ridurre la quota detenuta nella banca. Nel corso della giornata di oggi 9 maggio, il titolo, intorno alle 14, perdeva il 2,22%, dopo una partenza sprint in prima mattinata.

I conti di Mps del primo trimestre 2023

Monte dei Paschi di Siena ha presentato i conti relativi al primo trimestre 2023. Il gruppo ha realizzato ricavi per un valore complessivo pari a 879 milioni di euro, in aumento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. I ricavi del primo trimestre 2023 registrano una crescita anche rispetto al trimestre precedente (+4,8%), trainati dal margine di interesse (+1,2%) e, soprattutto, dalle commissioni nette (+7,3%).

Gli oneri operativi sono risultati pari a 465 milioni di euro: sono stati in flessione sia rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (-13,8%) sia rispetto al trimestre precedente (-8,2%). Questo calo è stato determinato principalmente da una diminuzione delle spese per il personale, che ammontano a 288 milioni di euro, in calo del 19,2% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Il risultato operativo lordo del gruppo è pari a 414 milioni di euro, in crescita sia rispetto al 31 marzo 2022 quando era pari a 247 milioni di euro, sia rispetto al trimestre precedente quando si era attestato a 332 milioni di euro.

I dati di raccolta di Monte dei Paschi

La raccolta complessiva è stata pari a 177,9 miliardi di euro, evidenziando una crescita di 3,4 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2022, sia sulla raccolta diretta (+2,1 miliardi di euro) che sulla raccolta indiretta (+1,4 miliardi di euro).

I volumi di raccolta diretta si sono attestati a 84,1 miliardi di euro e risultano in crescita di 2,1 miliardi di euro rispetto ai valori di fine dicembre 2022 per l’aumento dei PCT (+3,3 miliardi di euro), dei depositi a scadenza (+0,4 miliardi di euro) e delle obbligazioni (+0,7 miliardi di euro), che includono l’emissione unsecured di tipo senior preferred di 750 milioni di euro collocata a fine febbraio 2023; in flessione, invece, i conti correnti (-2,3 miliardi di euro) e le altre forme di raccolta (-0,1 miliardi di euro).

La flessione dei conti correnti (-1,7 miliardi di euro), dei depositi (-1,3 miliardi di euro) e delle altre forme di raccolta (-0,3 miliardi di euro) dovuta alla prosecuzione delle azioni di ottimizzazione del costo dei finanziamenti e alla maggiore propensione all’investimento in strumenti di risparmio amministrato, è stata quasi interamente compensata dalla crescita dei PCT (+2,9 miliardi di euro). Stabile la componente obbligazionaria (-0,1 miliardi di euro).

Perchè Mps è andata meglio delle attese?

Secondo gli analisti di Equita, i conti del primo trimestre sono “molto forti e superiori alle attese”, soprattutto per quanto riguarda l’utile operativo (+24% a 414 milioni, contro i 365 previsti) e il margine di interesse (+1% a 505 milioni, contro attese per 480). “I risultati del primo trimestre sono in ulteriore accelerazione supportati ancora da un forte andamento del net interest income e da una ripresa delle commissioni a 332 milioni (contro 315 milioni attesi), in ripresa del 7% trimestre su trimestre dopo il bottom toccato nel quarto trimestre. I costi operativi, sostanzialmente in linea con le attese, hanno beneficiato dal piano di uscite del personale completato a dicembre e risultato quindi in calo dell’8% su trimestre. Inoltre, il cost/income si e’ attestato a un ottimo 53%”. Su questo ultimo fronte, il ceo Lovaglio ha indicato che Mps è in anticipo rispetto al piano industriale che al 2026 stimava un rapporto del 57%. Apprezzati dagli osservatori anche la crescita degli impieghi, il fatto che i crediti deteriorati siano calati al 2,1% e che il ratio patrimoniale Cet1 inclusivo degli utili sia salito al 14,9%. Anche le prospettive sono incoraggianti, visto che Mps prevede di riuscire a replicare nei prossimi trimestri la performance dei primi tre mesi dell’anno: i target del piano al 2026 “sono più che raggiungibili”, ha detto Lovaglio, aggiungendo che l’istituto è ora in grado di generare valore per tutti gli stakeholder ed è tempo per una “valutazione adeguata” della banca.

Ricordiamo poi che le banche stanno guadagnando dal rialzo dei tassi d’interesse della Bce, che hanno portato a un aumento dei tassi per mutui e finanziamenti. Non solo: a causa dell’inflazione, negli ultimi mesi molte banche italiane stanno comunicando ulteriori aumenti dei costi per detenere un conto corrente, tant’è vero che a inizio di quest’anno le spese dei conti sono aumentate tra l’8% e il 26% rispetto al 2022. Tuttavia, con l’aumento dei tassi di interesse i principali intermediari finanziari sono stati sollecitati a rivedere le condizioni a favore dei clienti, con la Banca d’Italia che chiede di “riequilibrare il rapporto fra banca e cliente”, in quanto se il cliente deve affrontare costi più elevati allora è anche giusto che debba poter usufruire di rendimenti maggiori. Alcune banche stanno procedendo in questa direzione aumentando le remunerazioni sui conti deposito/correnti, mentre altre mantengono un sostanziale immobilismo.