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Mercati si comportano come se la recessione fosse già qui

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Il comportamento dei mercati è tale da fare pensare che la recessione sia già una realtà conclamata. I rendimenti dei Treasuries Usa, in particolare, scambiano su livelli che dicono che non ci saranno rialzi dei tassi. Complice anche l’atteggiamento improvvisamente accomodante della Fed, la curva tra scadenza a 3 mesi e quella a 10 anni si è invertita.

In settimana gli investitori sapranno se i mercati hanno ragione a scontare una frenata dell’economia globale e americana. Ci sono tanti dati macro importanti in calendario. I dati positivi sull’attività manifatturiera in Cina stanno aiutando i listini azionari. In Europa c’è più pessimismo per via del rallentamento della locomotiva tedesca e dell’Italia. La Bce si dice pronta ad agire, ma ha quasi finito le frecce al suo arco.

I numeri migliori del previsto pubblicati in Cina stanno sostenendo le Borse e il petrolio e al contempo stanno mettendo in difficoltà i beni rifugio come lo yen. La prova dell’azionario in Cina è la migliore in assoluto che entrambi gli indici PMI di marzo hanno battuto le attese degli analisti interpellati da Bloomberg. Questo ha attenuato i timori su un rallentamento dell’economia mondiale, che attanagliano le menti dei trader da qualche tempo.

A parte la tragicommedia della Brexit, questa settimana si segnalano appuntamenti importanti sul fronte macro in area euro ma anche in Usa, con il report occupazionale di marzo. Si attendono inoltre le decisioni sui tassi di interesse in Australia e in India, i verbali sull’ultima riunione della Bce e gli interventi di una serie di membri della Fed.