Gli investitori temono il peggio per l’economia mondiale dopo il dato molto deludente sul mercato del lavoro Usa. Le notizie pessime dal fronte macro cinese e tedesco sono un altro duplice colpo troppo duro da assorbire per le Borse. Che sia in Asia sia in Europa cedono il passo nell’ultima seduta di una settimana nervosa. E Wall Street si appresta a chiudere la settimana con il computo più negativo da dicembre.
Le esportazioni in Cina sono crollate del 20,7% in febbraio, scuotendo i mercati. Secondo gli economisti, la frenata della crescita mondiale sta influenzando negativamente le attività commerciali. Il tutto un giorno dopo che la Bce ha tagliato le stime sul Pil dell’area euro, segnalando una frenata “significativa” della crescita. Gli ordini alle fabbriche in Germania, intanto, hanno subito una contrazione inaspettata. L’azionario in Cina cede quasi il 3%, il calo giornaliero più pesante da ottobre. La società di brokeraggio Citic Securities ha emesso un rating di Sell sul titolo quotato a Shanghai People’s Insurance Group of China (PICC).
Le azioni della compagnia di assicurazioni hanno così lasciato sul campo il 10%. La Borsa di Toky ha perso il 2% mentre quella di Sidney lo 0,9%. L’indice MSCI della regione Asia Pacifico – escluso il Giappone – è scivolato dell’1,2% ai minimi di due settimane. Anche le Borse europee sono in rosso. Sul Forex il dollaro accelera sullo yuan, mentre l’euro continua a pagare l’approccio accomodante di Mario Draghi. La Bce ha annunciato un terzo round di finanziamenti di favore alle banche (TLTRO) a partire da settembre e ha escluso un rialzo dei tassi prima di fine 2019.

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Le Borse europee scambiano in rosso, accelerando al ribasso in attesa del report occupazionale Usa.
La creazione di posti di lavoro più debole da settembre 2017 sta avendo un impatto negativo sui mercati azionari.
Il Dow Jones cede 215 punti al momento con i titoli industriali ed energetici tra i più colpiti dalle vendite. È il caso di Caterpillar e Chevron, per esempio. L’indice S&P 500 lascia sul campo lo 0,8%. I settori energia e hi-tech perdono più di un punto percentuale. Il Nasdaq scivola dell’1,1%.
“Il dato anemico di febbraio finirà inevitabilmente per esacerbare le paure di un rallentamento della crescita economica”, osserva Alec Young, managing director delle ricerche di mercato presso FTSE Russell. “Diventa più difficile ora essere ottimisti sulle trimestrali societarie”.
Nonostante gli aspetti positivi non manchino, come citato sopra, “nel complesso c’è poca roba che possa entusiasmare gli investitori in questo rapporto”, secondo Young. I rendimenti dei titoli di Stato cedono a braccetto con i listini azionari. Il tasso dei Treasuries di riferimento si attesta al 2,619% mentre il 2 anni al 2,45%.
Tra gli altri mercati il prezzo del petrolio cede circa il 3% e si appresta a subire una seconda settimana di fila di cali. Pesano la domanda fiacca per il greggio e il deludente report occupazionale Usa di febbraio. Mentre l’offerta continua a restare elevata, il future sul Brent perde 1,85 dollari (-2,8%) a quota 64,45 dollari al barile. In settimana il ribasso è di circa un punto percentuale.
Piazza Affari chiude in ribasso ma sopra i minimi di giornata, con il Ftse Mib che cede l1,03%. banche negative in linea con lEuropa. Azimut (+3,21%) brilla dopo la promozione a Buy di Kepler. FCA (-2,63%) cala con il settore. Il titolo corregge anche il rialzo segnato sulle indiscrezioni di unintegrazione con Psa.
Una delle notizie di giornata riguarda il fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo. I titoli del comparto oil and gas hanno pagato cara la notizia della riduzione dell’esposizione al settore. Shell cede il 2,45%, Total il 2,02%, Eni l’1,59%, Chevron lo 0,99%, ConocoPhillips l’1% e ExxonMobil lo 0,94%. Il governo norvegese spiega che si tratta di una misura volta ad aumentare la diversificazione in portafoglio e non un allontanamento definitivo dall’industria petrolifera.