
Il tonfo del petrolio, il più pesante in oltre un anno di tempo, rischia di produrre effetti collaterali su tutti i mercati finanziari, con alcuni analisti che avvertono dell’arrivo di una “tempesta perfetta”. Il tutto mentre gli investitori rischiano di essere turbati dalle ultime novità di politica monetaria. La Bce, secondo Pimco, non ha altra scelta se non quella di iniziare ad affrontare il discorso della prossima riduzione delle misure di allentamento monetario straordinarie. L’exit strategy per funzionare dovrebbe ricalcare quella della Fed. A proposito dell’altra grande banca centrale, quella statunitense, non può più tornare indietro sul rialzo dei tassi ormai annunciato. Anche se forse dovrebbe.
Sul valutario si segnala infatti il ribasso dello yuan ai minimi dell’anno, in un contesto di liquidità prosciugata nei mercati monetari in Cina. L’andamento preoccupa le autorità cinesi e del resto del mondo ma non dovrebbe essere sufficiente a convincere la Federal Reserve a rimandare il taglio dei tassi, previsto ormai per la prossima settimana. Il mercato ritiene che le possibilità di una stretta monetaria, la terza in dieci anni, siano al 100%. Quanto alla Bce, oggi non dovrebbe apportare modifiche ai piani di politica monetaria, ma sarà interessante vedere cosa Mario Draghi dirà dopo che aver reso note le nuove stime su crescita e inflazione. I tassi interbancari (overnight) in yuan offshore sono balzati di 142 punti base ai massimi di un mese.
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