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Mercati, a marzo “è l’ora di andare liquidi”. “No, altri guadagni”

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Esperti divisi sulla traiettoria che i mercati percoreranno a marzo. Secondo David Stockman, il padre della “Reaganomics”, sui mercati è giunto il momento di vendere tutto e andare liquidi. I conti risparmio rendono in effetti più dei Bond in alcuni casi. E dopo un anno in cui più del 90% delle classi di asset ha dato ritorni da investimento negativi, vale la pena rimettere in questione la strategia dei propri portafogli.

L’ex capo dell’Ufficio di Bilancio sotto Ronald Reagan negli Anni 80 è considerato uno dei massimi guru ribassisti dei mercati. L’analista tecnico di Instinet, Frank Cappelleri, invece sostiene che “siamo in una situazione nella quale gli investitori sono costretti a rimanere esposti nei mercati”. Anche gli strategist di Spectrum Management Group sono convinti che ci sia ancora spazio per crescere.

In un’intervista a MarketWatch il chief market technician Cappelleri osserva che ben pochi sono propensi a vendere dopo il rimbalzo di oltre il 10% delle Borse. Anche se qualche evento esterno come la Brexit e la guerra commerciale potrebbero alimentare la volatilità questo mese, alcuni investitori e strategist individuano più di una ragione per essere ottimisti.

Mercati, altri guadagni a marzo: lo dicono le serie storiche

I mercati azionari scambiano in progresso, solitamente con piccoli rialzi giornalieri, di meno dell’1%. Questo secondo Cappelleri è un segnale che l’andamento positivo può durare anche a lungo. Nonostante lo scetticismo di alcuni investitori. Lo insegnano le serie storiche degli indici della Borsa Usa.

Sotto il profilo tecnico, le sedute in cui l’indice S&P 500 ha corso, ha chiuso sopra il punto medio giornaliero il 75% delle volte. È una dinamica talmente costante che appena bisognerà stare in allerta appena la tendenza cambierà.

Dal 1928 a oggi ci sono state soltanto altre sei volte in cui l’S&P 500 ha guadagnato più del 10% nei primi due mesi dell’anno. In cinque episodi su sei la Borsa ha guadagnato anche a marzo.

Fed, croce e delizia per i mercati

Secondo gli investitori contattati da Marketwatch, tuttavia, la Brexit, la disputa sino americana e la Federal Reserve non dovrebbero causare turbolenze sui mercati. La Fed non dovrebbe alzare i tassi a meno che non abbia informazioni molto buone sullo stato di salute della prima economia al mondo. Sul fronte dei dazi non dovrebbero arrivare grandi novità questo mese.

Lato Brexit, ci sarà un altro voto nel parlamento britannico prima dell’attivazione dell’articolo 50 il 29 marzo. È difficile fare previsioni, ma quello che si sa è che per ora le notizie dall’altra sponda dell’Oceano non hanno avuto un impatto su Wall Street. “I mercati Usa hanno ignorato la Brexit quest’anno”, dice la strategist Leslie Thomson, managing principal di Spectrum Management Group.

Stockman non è dello stesso avviso. Secondo l’imprenditore esperto di economia, bisogna “uscire dai mercati sia obbligazionario sia azionario, e andare liquidi, “parcheggiando il proprio denaro nel cash“.

Mentre la Borsa Usa scambia sui massimi del 2019, il 72enne politico ha detto una settimana fa a Fox Business che gli investitori “dovrebbero uscire dal mercato e mettersi al riparo nella rete presumibilmente sicura dei titoli di Stato Usa e del “cash freddo e puro”.

Il motivo secondo Stockman è il seguente: la fine delle politiche monetarie espansive della Federal Reserve finirà per avere un impatto negativo su un paese come gli Stati Uniti stracarico di debiti e con un deficit da migliaia di miliardi di dollari.