Economia

Massaggi, pillole, vestiti: come inglesi falsificano spese in fattura

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Come gli inglesi falsificano le spese da fatturare e guadagnano qualche sterlina in più? Nella maggior parte dei casi si gonfia il numero di miglia percorse, poi cè chi compra forniture per ufficio e poi se le tiene per sé e chi aumenta le ricevute dei taxi facendo apparire una tariffa più alta.

Ci sono anche quelli più fantasiosi che segnano in fattura il costo dello smoking per presenziare ad un evento aziendale o chi dice di aver dovuto comprare  fiori freschi per un cliente. Tra gli articoli più bizzarri che gli inglesi hanno acquistato attraverso la loro azienda e a cui chiedono il rimborso spese c’è anche una pecora gonfiabile, un compost, una visita a un centro massaggi, pastiglie di olio di fegato di merluzzo, un tappo per il lavandino, un nuovo congelatore, pillole dimagranti, cibo per cani e le spese per rifare il bagno. Non è fantasia ma i numeri estrapolati da un sondaggio condotto su 2.500 dipendenti britannici, realizzato da Soldo, un’azienda fintech specializzata nella gestione e nel controllo delle spese di trasferta, del pagamento del carburante e degli acquisti online delle imprese con sede a Londra. Tanti i lavoratori di Sua Maestà che fanno richieste di rimborso spese alla propria azienda non certo del tutto oneste e ben il 60% dice di non sentirsi affatto in colpa. Questo perché fanno straordinari non pagati e poi perché vale il principio per cui “se lo fanno tutti perché io no?”.

 Fattura elettronica in vigore dal 1° gennaio 2019

Ma per i furbetti della fattura in Italia i tempi che arriveranno sono alquanto buoi.  Questo grazie alla fatturazione elettronica  che a partire dal primo gennaio 2019 sarà obbligatoria tra i privati. Ciò significa che  la carta lascia il posto al digitale e a tempi di pagamento più snelli e rapidi, il tutto con un occhio che guarda ai competitors europei e l’altro alla necessità di una maggiore trasparenza.  Recentemente il Direttore delle Entrate Antonio Maggiore  nel corso di un’audizione ha detto di ritenere che si possa partire dal 1° gennaio 2019 senza la necessità di introdurre alcuna proroga. Questo perché la fase sperimentale non ha fatto emergere criticità e dal 1° luglio – ricorda il neo direttore dell’Agenzia delle Entrate – sono state quasi 4 milioni le e-fatture tra privati.

A regime la fattura elettronica dovrà garantire 2 miliardi di maggiori entrate così come deciso dalla manovra dello scorso anno e avrà un effetto deterrente nei confronti di chi finora ha emesso fatture falsificate. In nome della trasparenza si ricorda che, sempre dal 1° gennaio  2019 il benzinaio, per ogni acquisto di carburante, dovrà emettere fattura elettronica nei confronti dell’azienda o del professionista. L’amministrazione aziendale o il commercialista dovranno riconciliare le fatture elettroniche ricevute con i pagamenti effettuati in modo tracciabile.