Investimenti

Manovra: 2,5 miliardi per i risparmiatori truffati, ma Mattarella frena

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“Vogliamo evitare disparità di trattamento rispetto a chi ha presentato la domanda ad Acf in questo periodo e non è rientrata nell’ambito dei risparmiatori previsto dal ddl di Bilancio. I risparmiatori vanno messi tutti nelle stesse condizioni e tutelati fino in fondo con un percorso guidato per semplificare al massimo le procedure”.

È quanto ha dichiarato Massimo Bitonci, sottosegretario all’Economia, il quale ha poi aggiunto che “il ristoro del 30%, che non ha eguali in Europa, deve essere considerato un acconto. Già oggi sono stati erogati i primi 40 rimborsi, pari a 657.000 euro, a dimostrazione che la nostra soluzione dell’arbitrato Consob funziona”.

L’ex sindaco di Padova, come riporta “Italia Oggi”, ha inoltre aggiunto che le intenzioni dell’emendamento presentato dalla Lega sono quelle di estendere la platea dei risparmiatori che potranno essere ammessi alle procedure (tra questi, va considerato anche chi è in possesso di quote di partecipazione, con particolare riferimento alla situazione legata alla Banca Popolare di Vicenza).

Il piano è quello di velocizzare la prassi ed erogare uno stanziamento finanziario che verrà incrementato di 2,5 miliardi di euro attingendo dai fondi dormienti.

Inoltre, la volontà è quella di ripristinare la possibilità di proporre azioni nei confronti della banche e delle Autorità di vigilanza, oltre che permettere di proseguire il contenzioso legale verso Banca d’Italia e Consob.

A tirare il freno a mano sulla manovra, però, è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Come riportano “La Stampa” e “La Verità”, infatti, il Capo dello Stato non ha digerito la linea adottato dal governo italiano verso le istituzioni europee e la sua firma sulla manovra non è affatto scontata.

Mattarella si starebbe aggrappando all’articolo inerente al pareggio di bilancio, inserito in Costituzione, anche se questo non è mai stato rispettato fino ad oggi.

Nel caso in cui il Presidente della Repubblica si rifiutasse di firmare, si potrebbe andare incontro ad un nuovo scontro istituzionale (dopo quello del caso Savona), in quanto si assisterebbe ad una palese presa di posizione pro Europa e contro l’attuale governo.