Mercati

“Azionario sopravvalutato di almeno il 50%”

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NEW YORK (WSI) – A nessuno piace portare cattive notizie, scrive il fondatore e Ceo di Business Insider, Henry Blodget, ma qualcuno deve pur farlo. E così si unisce al gruppo dei pessimisti anche l’influente commentatore, il quale mette in chiaro come il mercato azionario sia decisamente sopravvalutato secondo svariati parametri di valutazione. Quanto? Almeno del 50%, anche se nel peggiore degli scenari il crollo, quando arriverà, potrebbe arrivare al 75%.

Il più semplice degli indicatori da considerare è il Price/Earnings Ratio, che mette in rapporto il prezzo dell’azione in Borsa con l’utile previsto: ovviamente, più è grande questo rapporto più l’azione è da considerarsi “cara”, se non “sopravvalutata”. Allo stato attuale il livello aggregato del P/E ratio ha raggiunto i massimi livelli dopo quelli del 1929 e del 2000, due annate che non hanno bisogno di spiegazioni a margine.

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Eppure Blodget sa bene, com’è evidente a chiunque frequenti i report degli analisti, che il consenso resta ottimista, in linea di massima, sui mercati azionari per quest’anno, nonostante i segnali di rischio sopra evidenziati. La speranza, in fondo, è sempre la stessa: “le cose questa volta saranno diverse”; la frase più costosa di sempre, scrive il Ceo di Business Insider.

Eppure, prima o poi, le cose si rivelano sempre le stesse. Va detto, però, che un elevato P/E non anticipa necessariamente un crash dei mercati, anzi, la fase rialzista può benissimo continuare, almeno per un po’.

Un altro indicatore dal nome eloquente è il cosiddetto “Buffett” (l’indice preferito del grande finanziere), il quale mette in relazione il Pil con le passività della Fed e con il livello delle quotazioni azionarie. Queste ultime, anche qui, stanno soverchiando l’indicatore fondamentale di riferimento, il Pil.

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Blodget, tuttavia, sottolinea come il suo invito conclusivo non sia quello di affrettarsi a vendere le proprie azioni, bensì quello di tenersi pronti e, come sempre è saggio fare, quello di diversificare. Per i prossimi 7-10 anni, dunque, i ritorni dovrebbero essere molto più magri di quanto non si possa immaginare.